Uomo barbuto con figure maschili e femminili
cofanetto,
Cofanetto in legno a pianta rettangolare, sormontato da un coperchio a piramide tronca che culmina in una caratteristica costruzione geometrica a forma di decaedro allungato, tipica di questo genere di produzione. Su tutti i lati della cassettina corre una serie continua di placchette figurate; altre sono disposte trasversalmente sui quattro spioventi del coperchio. Le partizioni orizzontali (base, bordo inferiore e superiore del coperchio, facce del solido di coronamento) sono sottolineate da cornici intarsiate alla certosina, non eccessivamente complesse ma abbastanza fini nella realizzazione
- OGGETTO cofanetto
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MATERIA E TECNICA
osso colorato
osso naturale
CORNO
LEGNO
- AMBITO CULTURALE Bottega Italia Settentrionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
- LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
- INDIRIZZO Via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La serie decorativa della fascia inferiore è formata da placchette raffiguranti personaggi maschili e femminili, quasi tutti disposti a coppia, in atto di procedere nella stessa direzione oppure di incontrarsi. Le figure sono ampie e tozze e indossano lunghe vesti o mantelline che formano pieghe regolari come scanalature; inoltre i personaggi femminili esibiscono una caratteristica pettinatura a capelli lunghi molto ondulati, presente solo in questo tipo di serie. Una fascia di elementi architettonici, sinteticamente rappresentati nel bordo superiore, funge da ambientazione di tipo "cittadino", il cui prototipo si riscontra, in maniera molto più articolata, nelle opere della bottega di Baldassarre. Agli angoli sono disposte placchette in forma di colonne profondamente scanalate; lo stesso tipo di intaglio si ripete nella formella che reca il foro per la serratura, al centro di uno dei due lati lunghi. Questo gusto per le rifiniture di sapore classico rappresenta un elemento tipicamente rinascimentale, che porta alla sostituzione di colonnette tortili e degli angoli a figura umana caratteristici del primo periodo di produzione. Data l'estrema genericità della rappresentazione illustrata sulle placchette, non pare possibile riconoscervi il filo di una storia determinata; è da notare però la presenza ripetuta di un caratteristico personaggio con lunga barba. Evidentemente l'insieme aveva funzione allusiva ad una ben nota vicenda ora incomprensibile, ma sicuramente di carattere "moderno", distinta dal corpus delle favole embriacesche. Complessivamente, sebbene l'iconografia sia alquanto stereotipata, la realizzazione non è priva di cura, e qua e là, nella raffigurazione degli abiti più eleganti, non manca qualche particolare raffinato. Si notino infine le immagini dei geni volanti sulle formelle del coperchio; essi appaiono in lunghe vesti, non più come i giocosi putti ignudi ispirati all'antico, ma come gli angeli della tradizione cristiana. Tale iconografia compare originariamente su alcune opere a soggetto religioso della bottega di Baldassarre (v. ad es. l'altarolo del Museo Civico di Torino: MALLÉ 1969, fig. 143), e poi raramente sui cofanetti di tipologia embriacesca, ma di attribuzione ancora da verificare. Nella folta schiera di varianti alla quale l'opera di Baldassarre ha dato origine, questa cassettina rappresenta un caso particolare, per il quale esistono pochissimi confronti. L'aspetto dell'intarsio e la forma generale del cofanetto sono ancora molto vicini alla produzione antica, ma le annotazioni iconografiche e di costume rimandano sicuramente ad una data posteriore, e vi si riscontrano caratteristiche, come quella della serratura a quadrifoglio su fondo graffito, che si affermano decisamente solo nell'ambito del secondo quarto del secolo. Certe soluzioni grafiche nella raffigurazione degli abiti trovano confronto in oggetti eseguiti ai primi del Quattrocento, quando si affermano i sontuosi costumi del gotico internazionale; ma ad un livello così schematico come quello della rappresentazione in oggetto, queste tipologie sono ancora in voga, in Italia settentrionale, fin oltre la metà del secolo. Ma il confronto più decisivo si pone con una serie di lastrine del Museo Civico di Torino (MALLÉ 1969, p. 309, fig. 150), nella quale si riscontrano elementi iconografici molto simili (la figura del vecchio con la lunga barba, l'identico trattamento dei capelli femminili). In questo gruppo di lastrine la storia appare ben più determinata - con la presenza di una donna nuda, un monaco, un genio con arco e freccia -: si trattava sicuramente di un racconto "moderno", innovativo rispetto alle leggende embriacesche. Il Mallé propone per questi pezzi una datazione molto avanzata, almeno alla metà del Quattrocento, e ne ipotizza un'origine lombarda. Il cofanetto di Ravenna sembra dipendere iconograficamente , quasi come una versione estremamente semplificata, dalla serie di Torino. Sembra improbabile però che i due esemplari, sia quello più caratterizzato dal punto di vista della narrazione che l'altro alquanto generico, possano oltrepassare la metà del secolo. Quanto al luogo di provenienza, un'origine lombarda è possibile, senza che questo però possa del tutto accantonare una provenienza veneziana
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CONDIZIONE GIURIDICA
detenzione Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635551
- NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1064
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
scheda catalografica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0