S. Agata, S. Lucia e S. Apollonia

dipinto, 1753 - 1753

Il dipinto rappresenta in primo piano il gruppo a sviluppo piramidale delle tre sante: a sinistra S. Lucia con la palma del martirio che indica con gli occhi su un vassoio sorretto da un putto; a destra S. Apollonia, con la palma e la tenaglia che stringe il dente; al centro, rialzata, S. Agata con le mani sui seni tagliati. Sullo sfondo si apre una veduta di Roma. Le tre sante, distanti ed assorte, presentano vesti dai colori brillanti illuminate dalla luce che penetra dal fondo e dai panneggi dalle forme ovoidali

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Traversi Gaspare (1722 Ca./ 1770): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gaspare Traversi, pittore napoletano nato nel 1722, dipinse questa tela, parte di una serie destinata alla chiesa del convento francescano di S. Maria di Monte Oliveto a Castell'Arquato (ora disperse tra il duomo di Parma, che ne ospita cinque, la chiesa di S. Pietro d'Alcantara a Parma, il museo della Collegiata di Castell'Arquato e la chiesa di S. Rocco a Borgotaro) a Roma, dove si trasferì nel 1752. Il ciclo fu commissionato da Fra Raffaello di Mugugnano, piacentino, generale dell'ordine francescano per il convento minorita che fece ristrutturare e dove voleva tornare gli ultimi anni della sua vita. L'opera fu realizzata nel 1753 seguendo un'ispirazione e un'iconografia francescana, riprendendo i temi della croce, del misticismo devoto, di pietismo.In generale, nella commissione di Castell'Arquato, lo stile del Traversi denota un potente richiamo culturale al caravaggismo del primo '600 napoletano, come mezzo per ricollegarsi alla realtà dell'aspetto delle cose e, soprattutto, al sentimento che mostra con tono coinvolto e capacità espressiva della tensione. Contrariamente agli altri dipinti della serie, nella tela di S. Agata, però nessun pathos è espresso dalle tre figure, distanti ed assorte. Si denota, forse, un'eccessiva formalizzazione solimesca nei panneggi che, però, viene controbilanciata dall'attenzione fisionomica ai visi delicati, alle mani e piedi di spontanea realtà. La tela fu portata, insieme alle quattro in duomo, già nel 1810, con la soppressione del convento d'origine, nella Cappella del crocifisso in cattedrale a Parma; poco dopo il 1934 fu depositata in Galleria Nazionale a Parma, per poi essere ricollocata nella cappella del crocifisso recentemente (post 1991)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800380951
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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