stazioni della Via Crucis

dipinto ca 1754 - ca 1754

Le quattordici stazioni della Via Crucis sono dipinte su telai centinati e in passato furono eseguiti restauri che avevano compromesso la leggibilità unitaria del tessuto cromatico, ora per buona parte recuperato. La stesura pittorica originale si presenta su una preparazione a bolo, in alcune parti eseguita a velature sovrapposte, in altre con pennellate pastose, ampie e veloci. Tutte le scene sono costruite rispettando l'iconografia tradizionale della Via Crucis, adottando soluzioni di grande sintesi gestuale e di forte carica espressiva

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Traversi Gaspare (1722 Ca./ 1770): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Borgo Val Di Taro (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le quattordici tele raffiguranti la Via Crucis sono state assegnate nel 1956 da Ghidiglia Quintavalle al catalogo dell'artista napoletano Gaspare Traversi e accettate dalla critica successiva su puntuali basi stilistiche, avallate anche dalla presenza dell'iscrizione, presumibilmente settecentesca, leggibile nel verso del telaio del "Cristo in croce tra i ladroni". La Chiesa di San Rocco, che attualmente ospita le opere, in origine faceva parte di un complesso conventuale sorto nel XVI secolo e occupato da padri dell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, che subirono una prima soppressione nel 1769 e quella definitiva nel 1805. La Via Crucis in origine non apparteneva a questo luogo e ivi fu trasferita nel 1927, anno di riapertura al culto dell'edificio; prima di quella data le tele erano custodite a Borgotaro nella parrocchia di Sant'Antonino ed essendo in diocesi di Piacenza si ritiene probabile l'ipotesi che provenissero dalla chiesa soppressa e demolita di Santa Maria del Monte Oliveto di Castell'Arquato, per la quale il Traversi aveva dipinto l'intero arredo pittorico, oggi smembrato tra Parma (cinque tele con "Santi francescani" in Cattedrale e "La Pentecoste" in San Pietro d'Alcantara), Piacenza (in Santa Maria di Campagna "San Francesco in estasi") e il Museo di Castell'Arquato (tre tele raffiguranti "La Pietà", "Cristo incoronato di spine" e "Cristo deriso"). L'ipotesi si basa sul confronto e sulle vicende che collegano le altre opere dell'artista nel territorio emiliano, firmate e datate tra il 1753 e il 1758, tutte commissionate da Fra' Raffaellino de Rossi da Lugagnano, Ministro Generale dei Frati Minori Osservanti a Roma, per essere collocate nella chiesa francescana di Castell'Arquato, terra d'origine di Fra' Raffaellino, ove desiderava ritirarsi al termine del mandato. Probabilmente il Generale dell'Ordine aveva conosciuto il Traversi a Napoli attorno al 1740, durante l'espletamento del suo incarico di visitatore presso le Clarisse di Santa Chiara e, quando concepì un nuovo disegno iconografico per il convento di Castell'Arquato, si servì dell'artista, che dopo il 1750 si era trasferito a Roma. Il Traversi, educato artisticamente nella bottega del Solimena, nel solco della tradizione del naturalismo seicentesco napoletano, deve la sua scoperta critica a Longhi, che nel 1927 ne ricostruì la personalità autonoma; negli ultimi decenni numerosi contributi di studio hanno permesso di stabilire un profilo biografico, riconfermandogli il ruolo di protagonista nel panorama europeo del Settecento. Barocelli propose la possibile datazione della Via Crucis al 1754, quando l'artista assorbiva maggiormente gli schemi di Giuseppe Bonito, caricando le figure di realismo. La sua pittura d'impostazione fortemente chiaroscurale giunge anche a toccare toni drammatici, ma nell'uso dei colori, a volte velati, a volte corposi, privilegia piuttosto un'atmosfera di tinte intense stese su fondi scuri che portano ad una raffinata soluzione espressiva. Nell'insieme le quattordici tele presentano alcune discontinuità nel ritmo narrativo dei vari episodi, affollati o serrati nello spazio, oppure più lirici con soluzioni prospettiche più ardite. Rispetto alle grandi tele, anch'esse destinate al Convento di Castell'Arquato e ora sparse nel territorio parmense e piacentino, qui sembra di poter cogliere una ricerca in senso teatrale, animata da suggestioni post caravaggesche, in cui domina il linguaggio dei gesti e degli sguardi muti dei protagonisti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800158097
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nella centina del telaio della stazione n. 12 - GASPAR TRAVERSI NEAPOLITANUS PINXIT - anonimo settecentesco - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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