Pensieri di varie composizioni scenografiche, e monumenti sepolcrali, schizati da Antonio Basoli alla presta. Tacuino pittorico n. 52
Legatura con piatti in cartone ricoperti di carta colorata verde. Dorso in cartone marrone. Cartellino polilobato giallo con decori neri a pennello sul piatto anteriore. Sul dorso fascetta in pelle rossa con ornati dorati e scritta "Basoli/ schizzi". Album di 100 fogli numerati progressivamente sul recto in alto a destra e sul verso in alto a sinistra. Ai fogli sono aggiunti elementi interfoliati, cioè disegni inseriti tra una pagina e l'altra incollati lungo il margine interno. Foglio iniziale più sottile non numerato con Indice dei soggetti.Pagine con disegni sia sul recto che sul verso, pagine con disegno sul recto e disegno sul altro foglio ritagliato ed incollato sul verso. I fogli interfoliati, che sono di vario spessore e di varie dimensioni, anche più grandi delle misure dell'album e quindi ripiegati uno o due volte, presentano disegni sia sul recto che sul verso. (continua in Oss.)
- OGGETTO taccuino di disegni
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MATERIA E TECNICA
altri
CARTA
carta/ acquerellatura
carta/ matita
carta/ penna
CARTONE
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MISURE
Altezza: 298 mm
Larghezza: 220 mm
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ATTRIBUZIONI
Basoli Antonio (1774/ 1848): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia di Belle Arti
- INDIRIZZO Via Belle Arti, 54, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'album di disegni non risulta citato nella "Vitta artistica" scritta da Basoli tra il 1821 e il 1848. Come scrive l'autore sul primo foglio con l'Indice dei soggetti, il taccuino si presenta come miscellanea di "varie composizioni scenografiche e monumenti sepolcrali schizati per farne da questi li confronti prima di metterli in opera scegliendo li più opportuni". Gli acquerelli presentano quindi una serie di studi ed invenzioni eseguiti dal 1800 ca. e poi ripresi da Basoli per alcune opere identificabili come le scene per il Ciabatino (1812) per l'impresario Redi e il teatro del Corso (Vitta artistica c. 40), il monumento sepolcrale ad affresco della famiglia Rusconi nella Certosa di Bologna (1814) (Vitta artistica c. 46) e le scene fatte per il teatro Comunale di Bologna: per la Vestale di Pucitta (1817), la Semiramide riconosciuta di Meyerbeer (1820), la Vestale, ballo di Salvatore Viganò (1820), l'Aureliano in Palmira, dramma serio in due atti di Felice Romani e GiDcchino Rossini (1820), il Noce di Benevento, ballo di Salvatore Viganò (1820) (Vitta artistica c. 55, c. 63). Altri acquerelli sono riconducibili alle scene realizzate per l'impresario Redi e per il teatro del Corso: in particolare per i Baccanali di Roma (1819) e per la Gazza ladra (1819) (Vitta artistica c. 60). Alcuni acquerelli furono fatti incidere da Basoli per la Collezione di varie scene teatrali pubblicata nel 1821, anno che viene assunto come termine ante quem per la datazione degli schizzi del taccuino (Vitta artistica c. 69). Basoli stesso scrive che per realizzare la Collezione utilizzò circa 80 "disegni volanti di cose eseguite" e che fece "20 invenzioni nuove". Le sue invenzioni furono disegnate dai suoi scolari Gandi e Martinelli ed incise dai fratelli Luigi e Francesco. Non è definibile con precisione la data in cui l'artista raccolse gli acquerelli dotandoli di discalie e rilegandoli nella forma del taccuino che fu corredato di un Indice per soggetti
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800319514-0
- NUMERO D'INVENTARIO 1763/ 38
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
- ISCRIZIONI piatto anteriore, centro, etichetta - A/ BASOLI/ FECE - lettere capitali - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0