trionfo della Giustizia

dipinto, 1723 - 1724

Allegoria alberoniana. Nel dipinto la distribuzione delle figure scandisce in due piani la scena: compaiono in quello superiore la Giustizia e la Pace, giovani donne che sono poste oltre la prima cortina di nuvole ed incoronano con una ghirlanda di rose l'Innocenza, dalla composta e raccolta solennità. L'Innocenza calpesta la calunnia, un uomo disteso che si contorce sotto il suo peso e che tiene nella mano sinistra una fiaccola ardente. Sulla tela altri episodi alludono al Trionfo della Giustizia: un putto sulla destra sta accecando un drago alato, sulla stessa diagonale un altro putto, voltato di spalle, si allontana trascinando una scure. La gamma cromatica, intonata su colori chiari e levigati, è enfatizzata dall'effetto di cangiante e dalla luminosità della veste bianca dell'Innocenza posta al centro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Costanzi Placido (1690/ 1759)
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera costituisce il bozzetto preparatorio di uno degli affreschi eseguiti dal Costanzi fra il il 1723-1724 per il Cardinale Alberoni nella Villa fuori Porta Pia. Dell'esistenza di questo lavoro preparatorio, parla il Pio nel suo manoscritto ricordando l'intero ciclo iconografico dipinto dal Costanzi nelle sale della villa (Pio N., 1977, p. 195). Il cardinale, venuto a contatto col pittore per il tramite del Cardinale Francesco Aquaviva, protettore dell'artista e vecchia conoscenza di Alberoni, gli commissionò un'opera densa di significato, la rappresentazione cioè dell'esito del processo conclusosi nel 1723 con la sua piena assoluzione. Alberoni scelse anche le immagini per testimoniare la propria innocenza e riaffermare il suo prestigio, suggerendo al pittore il soggetto della pittura (Periti, 1993). Esposta poi nella Galleria del palazzo Alberoni e registrata nelle carte (Inventario 1735, f. 25 v.), la tela fu stimata dal Pozzi venti scudi (Rossi, 1978, p. 222). Il Pancotti (1932) attribuendola alla scuola cremonese interpretò il soggetto "come S. Agnese circondata da due angeli in atto di abbracciare una pecorella", mentre il Rossi, rifacendosi alle fonti, pubblicò, per primo, il quadro come "Originale del Costanzi" (Rossi 1939, p. 29), attribuzione che in seguito non è più stata messa in discussione
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800306729
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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