deposizione

dipinto, 1526 - 1526

Personaggi: Cristo; Madonna; Nicodemo; Giuseppe d'Arimatea; Santa Maria Maddalena; Pie donne; San Giovanni Evangelista. Figure: vecchio. Paesaggi. Simboli: tre croci. Architetture

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Veronese Zenone (1484/ 1552-1554)
  • LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Ancora dubbia la provenienza del dipinto che, secondo una nota del Rossi, apparteneva alla vecchia Chiesa di S. Lazzaro abbattuta dal Cardinale Alberoni nel 1732 per far posto alla fabbrica del Collegio. Se non compare menzionato nelle carte del Cardinale è certo che nel 1780 era parte del patrimonio artistico del Collegio perché citato nelle prime guide locali. Ne parlano il Carasi (1780, p. 130) e Buttafuoco, che lo giudica "lavoro riputato e pregevole" senza avanzare indicazioni sull'autore (Buttafuoco, 1842, p. 243): si trovava nella cappella del Collegio riservata ai Missionari. Fu assegnato a Francesco Francia dall'Aurini (1924, p. 126), mentre come opera di scuola del Francia fu esposto alla mostra d'Arte Sacra del 1926 a Piacenza (Pancotti, 1926). Nei primi cataloghi della Galleria Alberoni compare assegnato alla scuola cremonese e si fa dubitativamente il nome di Giulio Campi (Pancotti, 1932, p. 21; 1933, pp. 38-39). Non avanza ipotesi sul nome dell'autore il Rossi che però lesse in maniera corretta la data apposta sul dipinto, 1526 (Rossi, 1939, p. 21), mentre la Zangrandi (1952, p. 11) la ritiene pittura vicina ai modi dell'Ortolano. Più convincente l'attribuzione dell'Arisi, che lo assegna a Zenone Veronese notando le analogie compositive con due pitture, il trittico della Parrocchiale di Cavriana e la "Deposizione", ora nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, datata 1517. Nell'esemplare piacentino è ripresa la stessa iconografia, con identico taglio compositivo e distribuzione dei personaggi; ma soprattutto è "lo stesso spirito che anima la composizione", come compaiono gli stessi toni: il verde azzurro intenso delle vesti e la luce ambrata che bagna il Cristo. Pure col trittico di Cavriana, che raffigura la Madonna con angeli e santi, restituito a Zenone Veronese dal Longhi, forti sono i legami compositivi e sintattici. E' lo stesso il modo di rendere le fronde e la vegetazione che circonda la scena, che suggerisce di ascrivere l'opera a Zenone. Sull'estrema sinistra, ripresa di profilo, è raffigurata una figura di vecchio incanutito: forse si tratta del committente. Di una certa imponenza plastica è la figura del Cristo bagnata dalla luce: forse più deboli anatomicamente sono le gambe
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800306716
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI tela - 1526 - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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