battesimo di Cristo

dipinto, 1599 - 1599

Scena ambientata in riva al Giordano, rappresentato in forma di cascatelle, animato da piccole figure quasi abbozzate; sullo sfondo colline dai toni verdi e azzurrini. Cristo è inginocchiato, ha perizoma bianco; riceve l'acqua dal Battista, in veste succinta grigio nocciola che lascia scoperte le gambe abbronzate. Dietro due angeli con tuniche rosate e azzurre. Nella gloria superiore, sulle nubi grigie, in alone di luce gialla, è Dio Padre benedicente, a mezza figura, con veste violetta e manto rosato. Il dipinto è centinato e scantonato in alto, incorniciato da semplice listello in legno dorato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA carta telata/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Calvaert Denijs (1544/ 1619)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico "Giulio Ferrari"
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Pio
  • INDIRIZZO piazza dei Martiri, 68, Carpi (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1574 la Confraternita di S. Maria della Misericordia, che ufficiava la chiesa di S. Giovanni, commissionò al pittore Orazio Grillenzoni un dipinto che raffigurava San Giovanni, opera che, però, non fu accettata. Nel 1599 fu ordinato un altro dipinto, restato nella chiesa fino al 1775. Da qui fu trasferito in S. Ignazio e nel 1837 venduto a don Giovanni Franciosi. Nel 1897 il dipinto passò nella Raccolta Foresti insieme all'intera quadreria Franciosi. Tiraboschi (1786) e Cabassi (1876) ritenevano il dipinto opera del Grillenzoni. I descrittori settecenteschi lo avevano attribuito invece al Mastelletta o allo Scarsellino (Mantovani/ Barbieri; Tornini). Il cronista Saltini, copiando i precedenti, confuse il Mastelletta con lo Scarsellino. Campori (1855) lo pubblicò come Scarsellino e così ancora Novelli (1955). Ricordato nella Raccolta Foresti come di autore ignoto da Spinelli (1902), è stato attribuito dubitativamente a Sante Peranda nella guida del Museo (Museo Carpi 1914) e, successivamente, in Bollettino d'Arte (1914), ma con la giusta datazione del 1599, ricavata dalle notizie di Guaitoli nei verbali della Confraternita (Foresti 1924). La giusta attribuzione al Calvaert, raccolta oralmente da Ferrari (1932) e accolta da Ragghianti (scheda storica, 1940) e Garuti (1982), si deve ritenere valida per le caratteristiche stilistiche legate al mondo bolognese avviato al classicismo reniano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800233904
  • NUMERO D'INVENTARIO A/ 122
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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