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dipinto, 1512-1515

Tavola di quattro assi orizzontali con parchettatura moderna. La scena si svolge all'interno di una stanza pavimentata a scacchiera rosa e grigia; postergale ligneo tappezzato di velluto verde, aperto in nicchia prospettica con a sinistra cielo sfumato di grigio e azzurro, rosato. La Vergine è seduta presso l'inginocchiatoio; ha tunica rosa, manto azzurro. L'angelo ha veste bianca listata di rosso. La cornice di legno dorato con gole lignee tondeggianti è antica, di epoca seicentesca, ma non pertinente

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Catena Vincenzo (1470/ 1531)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico "Giulio Ferrari"
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo dei Pio
  • INDIRIZZO piazza dei Martiri, 68, Carpi (MO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, proveniente dalla chiesa, ora distrutta, di S. Maria dei Bastardini, chiusa al culto verso la fine del 1875, passò negli Uffici della locale Congregazione di Carità e poi al Museo Civico come deposito. La più antica menzione è del sec. XVIII (Tornini, ms. sec. XVIII) con attribuzione a Bernardino Loschi. I riferimenti ottocenteschi ne apprezzano la qualità (Guaitoli 1865) e l'assegnano a scuola bolognese (Sammarini 1875). Il Semper (1872) ipotizza la maniera di Francesco Francia o del carpigiano Marco Meloni, mentre alla scuola bolognese rimandano le guide (Tirelli 1900; Spinelli 1902). La vera ricerca critica inizia col Garnier (1901), con accenno a Marco Palmezzano (vedi anche Bollettino Arte 1914), mentre Berenson (1905) è il primo studioso che giudica il dipinto opera di Vincenzo Catena. Il dipinto viene riferito all'arte forlivese ed in particolare all'artista G. Del Sega da Ricci (1911), seguito da Venturi (1913) e da Longhi (1914), e dalle note locali successive (Museo Carpi 1914; Ferrari 1931; Morselli 1931). L'assunto critico al Catena è confermato da studiosi stranieri (Hadeln 1912; Berenson 1936; Berenson 1936; Berenson 1957; Marle 1936) e da Robertson (1954) nella monografia sull'artista. Recente analisi con riferimenti stilistici e la bibliografia completa è in Garuti (1976). Quando il dipinto era nei locali dell'Ospedale per gli Infermi, verso la fine dell'800, il dipinto fu resecato ai bordi per essere adattato ad una cornice diversa da quella originale, venduta in quello stesso periodo. Il taglio è molto evidente nella parte sinistra, dove il piede dell'angelo è mozzo. Il restauro del 1969 è consistito nella pulitura e ripresa di poche lacune in corrispondenza della congiunzione delle assi mentre l'attuale parchettatura risale al primo restauro del 1937
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800233863
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Modena e Reggio Emilia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1973
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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