portale - ad arco - ambito emiliano-lombardo (seconda metà sec. XIV, sec. XX)
Gli stipiti laterali, lisci, sono in pietra veronese tramezzata da conci che si alternano nell'incorniciatura delle spalle e dell'archivolto ai mattoni sagomati secondo l'accostamento di un cordoncino, di una scozia e di una gola dritta: il contrasto cromatico creato dai materiali oppone il giallognolo della pietra al rosato del cotto. La seconda incorniciatura, che ripete il profilo a tutto sesto della prima, è a traliccio, ossia a rombi con quadrilobi, seguita da due scozie tra cui è un ben rilevato cordone, il tutto in mattoni sagomati. La fascia successiva è composta da formelle quadrangolari contenenti motivi vegetali (rose di varia foggia), animali fantastici e specie di mascheroni. Infine lungo la centina esterna sono mensoline fogliate a gola rovesciata
- OGGETTO portale ad arco
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MATERIA E TECNICA
pietra di Verona/ scultura
Terracotta
- AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano-lombardo
- LOCALIZZAZIONE Piacenza (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il portale appartiene all'ornamentazione architettonica originale della basilica e del convento, anche se va postdatato rispetto alla prima fabbrica (1278-1281) e collocato alla seconda metà del XIV secolo. Anche se vi sono analogie con un'incorniciatura di nicchia del deambulatorio e con la porta antica dell'aula capitolare, il portale risulta assolutamente autonomo per la superiore qualità e finezza dell'ornato, non solo da un punto di vista grammaticale, ma anche sotto il profilo sintattico, che privilegia l'arco a pieno centro e il progressivo allargamento delle cornici secondo un gusto di tipo già quasi rinascimentale. Esso fu a lungo occultato da serramenti in legno che sostenevano la volta secentesca del loggiato o da rivestimenti murari della stessa epoca. Si parlò di restauro nei lavori 1898-1901, ma spettò a Camillo Guidotti nel 1915 realizzare il ripristino. Eliminando alcune pareti e due piccole volte si danneggiò la parte superiore dell'ornato, per cui occorse integrare la lacuna. I mattoni furono realizzati a Imola, presso le fornaci Gallotti, essendo impossibile trovare nel piacentino terre colorate; essi furono lavorati dal parmense Ersilio Arici che approntò 18 mensoline, 3 rose con relative cornici, i mattoni sagomati e 3 losanghe (come è ancora visibile al centro dell'archivolto) per £. 290. Il suo lavoro fu giudicato diligente, ma un po' manierato, tuttavia ugualmente messo in opera confidando che tempo e polvere ne avrebbero attenuato le caratteristiche; il restauro fu concluso dalla realizzazione della porta in rovere
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800154637
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0