ascensione di Cristo

dipinto,

L'affresco si compone di due piani: nella parte bassa, ai lati del portale principale, architetture manieristiche illusivamente dipinte simulano delle nicchie che racchiudono soldati, che, con il viso rivolto verso l'alto, si sporgono, mentre ai loro piedi ruggiscono due leoni. Sopra i loro elmi piumati, in due ovali inscritti in riquadri, coppie di putti reggenti copricapi episcopali. Il registro è chiuso da due piccole scene a monocromo, una per parte, con episodi tratti dall'Antico Testamento: a sinistra "Il peccato di Adamo ed Eva"; a destra "La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso". A coronamento dell'arco del portale, Profeti con angeli ed al centro un altro piccolo monocromo con "L'Ascensione di Elia sul carro di fuoco". La seconda fascia rappresenta un interno di abitazione con balaustra: sullo scenografico fondale recita la folla sbigottita degli apostoli che, sconcertati, indicano il cielo o si nascondono sbirciando da dietro antiche statue allegoriche poste ai lati della scena. Affacciati dalla balaustra altri personaggi assistono ancor più da vicino all'Ascensione di Gesù al cielo, raffigurato in alto, ormai nella gloria celeste, al di sopra della finestra centrale, ai cui lati due angeli in acrobatiche evoluzioni sembrano proiettarsi e cadere come nel vuoto

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Gambara Lattanzio (1530 Ca./ 1574)
    Gatti Bernardino Detto Soiaro (1495/ 1575)
  • LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Per notizie relative all'intero ciclo di affreschi si veda scheda n. 485. Si cfr. anche le schede nn. 486-487-488-489-490-491-492.493-494-495-496-497. E' senza dubbio la prova di maggiore impegno compositivo ed illusionistico compiuta dall'artista bresciano per la quale possediamo numerosi disegni preparatori (per i disegni si veda Tanzi 1991, nota 93). Lattanzio esegue nella parte inferiore un'originale griglia decorativa ed architettonica con finte statue e monocromi attraverso una padronanza tecnica dello spazio ed un gusto prospettico e quadraturistico di sorprendente raffinatezza. Sopra un'elegante terrazza gli apostoli assistono allo spettacolo dell'Ascensione di Gesù, circondato nella sua salita al cielo, da schiere angeliche che ricalcano ancora i modi di Correggio (ma correggesche sono pure le figure dello stesso Cristo e di S.Giovanni Evangelista) e di Paolo Veronese, mentre una folla agitata di altri personaggi si accalca e si sporge dalle balaustre superiori. Ecco così che fra le numerose e prestigiose prove dell'attività pittorica del Gambara "frescante" la decorazione della controfacciata del duomo parmense risulta a tutti gli effetti l'esempio più maturo e consapevole (soprattutto per quanto concerne la già ricordata calibrata scansione architettonica accompagnata ad una sofisticata illusione prospettica) della sua maniera: proprio qui il pittore bresciano non cade mai, come in altri momenti della sua carriera, nel tranello di un'esagerata e troppo forzata concitazione formale e si dimostra abile nello sfruttare lo spazio effettivo della parete creando una composizione complessa di straordinario impatto visivo, in cui rielabora in modo del tutto personale i maggiori esempi della pittura dell'Italia settentrionale. Il 7 settembre 1573 il Gambara riceve dalla Fabbriceria del duomo l'ultimo pagamento "pro integra et completa solutione et satisfactione" (in Tanzi 1991, p. 56). Ritornato in patria è pronto ad accingersi alla commissione bresciana forse più prestigiosa che potesse capitargli: la decorazione della cupola della chiesa di S. Lorenzo. Ma, a soli sei mesi dal termine della straordinaria impresa parmense, Lattanzio muore, per cause naturali (in Tanzi 1991, p. 56 nota 121), il 18 marzo 1574, nella sua Brescia, lasciando alle maestose immagini della navata maggiore ed alla controfacciata del duomo emiliano, l'ultimo atto della sua straordinaria ed affascinante avventura artistica. La critica dibatte oggi anche sulla possibilità che Lattanzio sia stato implicato nella realizzazione della vetrata posta al centro della controfacciata (tesi questa avanzata da G.Cirillo-G.Godi, in Lattanzio Gambara...,1989-1990, p. 96). Un documento datato 21 novembre 1572 in cui il Gambara riceve un pagamento supplettivo per alcune figure non comprese nel disegno originale, sembra però non riguardare in nessun modo la vetrata (Tanzi 1991, p. 55). Da schedature precedenti (Testi L., scheda n. 55, senza data) si ha notizia di una ripulitura eseguita dal pittore Colombini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142437
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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