lapide,
ca 1524 - ca 1527
Ferrari D'agrate Giovan Francesco (attribuito)
1489/ post 1570
Una stele a parete, in calcare forse veronese e marmo bianco; la lapide è ubicata al centro del muro di sinistra della cappella. Si compone di tre parti:quella superiore è costituita da un riquadro rettangolare timpanato, includente un busto virile di profilo, fiancheggiata da volute lineari; sotto una lapide rettangolare con iscrizione dedicatoria, e ai lati due maniglie decorate; in basso, appeso ad un anello con nastro svolazzante, lo stemma gentilizio d'oro, con una banda controstaccata, sormontata da un leone rampante
- OGGETTO lapide
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ATTRIBUZIONI
Ferrari D'agrate Giovan Francesco (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Parma (PR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'intera cappella fu voluta da Ludovico Centoni, figlio del celebre dottore in "Utroque Iure" Giovanni. Ignota rimane la sua data di nascita, così come la sua professione, forse non legata all'ambito del diritto, bensì alla grande "mercanzia". Gusti artistici e modelli figurativi di riferimento di tale committente si possono desumere dai due testamenti del Centoni, eseguiti alla sua morte dai Consorziali. Ludovico Centoni diede anche precise indicazioni per la realizzazione del proprio cenotafio: nel primo testamento del 1504 propendeva per un semplice e poco appariscente tumulo laterizio terragno, collocato presso l'altare. Nel secondo testamento del 1517, invece, lasciò indicazioni ben più precise e articolate: una tomba di marmo "fino" ricavata nella parete, con epitaffio ed effige "al naturale" scolpita in marmo, secondo il revival antiquario delle stele funerarie romane che si affermò a Roma a partire dagli anni '80 del 400 e a Milano ancora all'inizio del 500. I lavori per la realizzazione del cenotafio da parte dei Consorziali furono avviati solo dopo il 1524 (Ludovico morì nel 1518) per controversie circa il godimento dell'eredità: fu scelto un comitato di quattro sacerdoti che sovrintendesse all'esecuzione del sepolcro, compresa la scelta dello scultore. La particolarità tipologica di tale edicola-lapide funeraria avvicina, secondo la Talignani, all'attribuzione a Giovan Francesco D'Agrate per il monumeto Centoni, soprattutto per le relazioni con altre sue opere tra cui il sepolcro Carissimi nello stesso duomo. La scarsa evidenza architettonica e tridimensionalità della struttura, la netta riduzione degli elementi decorativi, la concezione astrattiva delle forme e l'esibito linearismo caratterizzano anche il D'Agrate del terzo decennio e inizio del quarto del 500. Inoltre il ritratto di Ludovico Centoni, con la decisa sintesi costruttiva e la forte asprezza del modellato, mostra, per la Talignani, indubbie somiglianze con l'effige di Sforzino Sforza realizzata dal D'Agrate nella chiesa della Steccata (1528/1538). In effetti nel monumento Centoni l'effetto è rigido, impacciato, di modesto livello qualitativo, sicuramente opera di un artefice agli esordi. Inoltre nei resoconti delle spese e delle entrate del Consorzio per l'anno 1526, si fa menzione di Giovan Francesco, scultore di statue; col medesimo nome compare anche in una lista, stilata dai massari in carica nel 1526, che ricapitola le spese sostenute per erigere il monumento. L'ultimo saldo per l'opera sembra essere stato fatto allo scultore nel dicembre 1526, anche se il monumento fu messo in opera solo nell'aprile 1527
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800142349
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- DATA DI COMPILAZIONE 1975
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2002
2006
- ISCRIZIONI MEMORIAE/EGREG.VIR.LUDOVICI CEN/TONIS.CUIUS CORPUS ROMAE/QUIESCIT HOC CENOTAPHIUM/VEN HUIUS ECC.CONSORTIA/LES HAERED.INSTITUTi.B.M.P./OBIIT III.NON.MART.M.D.XVIII - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0