Sant'Agostino

dipinto, 1529 - 1529

Personaggi: Sant'Agostino. Figure: putti. Attributi: (Sant'Agostino) mitria; pastorale; libri. Abbigliamento religioso: camice e piviale ricamati. Interno: nicchia con catino adorno di finto arabesco musivo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ applicazione su tela
  • ATTRIBUZIONI Sacchis Giovanni Antonio De' Detto Pordenone (1483-1484/ 1539)
  • LOCALIZZAZIONE Basilica di S. Maria di Campagna
  • INDIRIZZO p.le delle Crociate, Piacenza (PC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta del primo lavoro che il Pordenone eseguì in S. Maria di Campagna, ma il suo linguaggio raggiunge qui il massimo di maturità. Con maestria egli sa rendere la rossiccia barba del Santo, le carni dei fanciulli dai capelli biondi e dagli occhi celesti e il chiaroscuro dei corpi che plasticamente si staccano dal fondo. La testa del Sant'Agostino fu disegnata da Luigi Rebasti ed incisa da Maurizio Demagistris (SCARABELLI 1841); esiste anche una litografia di Cesare Ferreri (PETTORELLI 1940). Un cartoncino preparatorio dell'affresco era di proprietà del rag. Agostino Rusconi; un cartone della stessa grandezza dell'affresco pervenne nel XIX secolo alla famiglia Chiappini, passò poi ai Rizzi di Levanto; nel 1931 fu esposto presso la Galleria Geri di Milano (ma il Fiocco non lo ritenne autografo); ora è di proprietà degli eredi del sig. Oreste Braga di Piacenza. Una derivazione, forse cinquecentesca, si trova in una sala dell'appartamento vescovile in Episcopio; nel secolo scorso era appartenuta a don Agostino Ferrari, già parroco di Agazzano (PC), poi canonico della cattedrale (ARISI 1956). Un'altra tela, di cm 208 x 156 si trovava nel 1932 presso la sig.ra Maria Pettorelli vedova Veneziani a Milano (v. Bollettino Storico Piacentino 1932); le guide di Piacenza ne ricordano un'altra nella Chiesa dei Cappuccini. Nel 1680, nel Palazzo del Giardino di Parma esisteva una copia eseguita da Oliviero Gatti. Per quanto riguarda le vicende legate alla conservazione dell'affresco, nel 1791 fu costruito all'esterno della chiesa un riparo in pietra per preservarlo dall'umidità, che già lo insidiava. Il 6 aprile 1804, per ripararlo dalla polvere e dall'aria, fu coperto con una tela alquanto discosta dal muro; nel 1907 l'Ufficio Regionale pei Monumenti dell'Emilia di Bologna, per mezzo dell'architetto Ottavio Germano, fece tagliare orizzontalmente tutto il muro per collocarvi una lastra di piombo che lo proteggesse dall'umidità; nel 1913 il prof. Filippini di Parma, constatato che l'affresco non si poteva strappare, decise di togliere il dipinto con un centimetro della sua calce. L'affresco venne posto sopra un graticcio chiuso in un telaio di ferro; si demolì il muro dalla parte esterna, si fece una gettata di gesso contenuta da una rete metallica e si aggiunse cemento fino ad arrivare ad uno spessore di 10 cm. Ma la rete metallica arrugginì, a contatto con l'aria fredda che entrava dal soffione che avrebbe dovuto mantenere asciutto il muro, così nel 1952 il prof. Sgavetti lo trasferì su tela e ne integrò a tratteggio le parti mancanti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800107175
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 1975
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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