croce d'altare, elemento d'insieme di Spinazzi Angelo Maria, Panini Giovanni Paolo (sec. XVIII)
Portacroce con base a sezione triangolare poggiante su piedini a ricciolo, decorata lungo gli spigoli da volute con pendoni vegetali e nelle facce da tre ovati, uno con la raffigurazione di un vescovo a mezzo busto realizzata a bassissimo rilievo, il secondo con iscrizione, il terzo con lo stemma dei Salomoni; nella parte superiore di ogni faccia è una testa di putto scapigliato a rilievo, tra gli attacchi delle volute. Fusto costituito da un nodo a lampione, arricchito da volute e ornato da piccoli ovati, e da un balaustro segnato da scanalature, motivi fogliari e piccole volute. Croce a bracci lisci con terminali sagomati decorati da volute fogliari ed includenti un piccolo ovato; Cristo morto cinto da un mosso perizoma; cartiglio sagomato
- OGGETTO croce d'altare
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MATERIA E TECNICA
argento/ traforo/ sbalzo/ stampaggio/ cesellatura/ doratura
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ATTRIBUZIONI
Spinazzi Angelo Maria (1693/ Post 1785): esecutore
Panini Giovanni Paolo (1691/ 1765): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Fiorenzuola d'Arda (PC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La croce è da seriarsi con i sei candelieri alla scheda n. 00103703 e fa quindi parte della splendida parure, costituita inoltre da tre cartegloria e quattro busti di vescovi, che il Canonico Pier Francesco Salomoni donò alla chiesa nel 1750 quale arredo per l'altare maggiore, così come si evince dall'iscrizione che compare proprio alla base dei candelabri e della croce, nonchè dallo stesso atto di donazione, ove i pezzi sono precisamente elencati (cfr. Longeri 1992, pp. 92-93); per la loro realizzazione il Salomoni si rivolse ad una delle più importanti botteghe orafe di Roma, quella del piacentino Angelo Spinazzi, autore di veri e propri capolavori per Papa Benedetto XIV, per il re di Portogallo e per il Cardinale Alberoni. Proprio il potente prelato piacentino potrebbe essere stato il tramite della commissione, cui forse non fu estraneo neppure G. Paolo Panini, progettista dello stesso altare maggiore sempre su incarico del Salomoni. Arisi (1961, 1969, 1979, 1986,) ha ripetutamente suggerito la possibilità che a lui si debba anche il disegno delle suppellettili argentee e la Longeri (1992) sottolinea come effettivamente la sobrietà dell'altare sia programmatica al risalto del corredo, che vi era stato contemplato probabilmente fin dalla fase progettuale. L'impronta del gusto romano è evidente nel modellato fluido dei pezzi, secondo la Bandera (1979) consonante coi disegni dell'argentire Giovanni Giardini, anch'egli attivo per il Papa, ed in particolare nei busti sarebbe palese l'eco della cultura berniniana nel vitale dinamismo di panneggi e barbe; questi caratteri sono presenti anche nella bellissima figura del Cristo, intensamente spirituale nel volto ed elegante nella ben definita anatomia. Comunque, come sottolinea giustamente Longeri (1997), gli ornati di ascendenza barocca che con grande profusione informano candelieri, base della croce e cartegloria sono resi con una grazia e una leggerezza di stampo ormai tutto settecentesco
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800103719
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Parma e Piacenza
- ENTE SCHEDATORE S36 (L. 145/92)
- DATA DI COMPILAZIONE 1959
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1971
1980
1997
2006
- ISCRIZIONI in un ovato della base - PETRUS FRANCISCUS SALOMONI CANONICUS DONO DEDIT ANNO 1750 - lettere capitali - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0