Madonna con Bambino

dipinto 1615 - 1616

La Madonna, seduta, ha in braccio il Bambino ignuto appoggiato alla sua gamba sinistra. La Madonna tiene un fiore in mano, e il Bambino si sporge per afferrarlo. Su fondo scuro. Eseguito in "buon fresco" sulla malta stesa su legno

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intonacatura/ pittura
  • ATTRIBUZIONI Barbieri Giovanni Francesco Detto Guercino Scuola: ESECUZIONE
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Casa Saraceni
  • INDIRIZZO via Farini, 15, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo importante dipinto era inserito fino a pochi anni fa, assieme all'antica cornice lignea, entro la parete dello scalone di Palazzo Malvezzi Campeggi a Roma, e fu riconosciuto come opera certa del Maestro di Cento dal Mahon /1968) sulla base delle sue stringenti affinità con uno schizzo a penna dello stesso soggetto conservato al Louvre (inv. 6867) il qual,e pur presentando alcune varianti, ne costituiva con assoluta evidenza una prima idea. Tale attribuzione è stata fatta propria dal Salerno (1988) il quale, nella monografia da lui dedicata all'artista, da una breve ma esauriente scheda dell'opera, ed è stata accettata senza riserve dalla critica. Come ben messo in rilievo da Mahon e Salerno, che datano concordemente il piccolo affresco agli anni 1615-1616, esso va inserito nella produzione giovanile del Guercino quando questi, dopo le prime importanti commissioni pubbliche per le chiese di Cento e Renazzo, viene sviluppando uno stile ormai maturo e ben caratterizzato, che troverà piena espressione nella produzione del soggiorno bolognese del 1617-18. La forza plastica con cui, nel nostro dipinto, il gruppo della Madonna e del Bambino si staglia sullo sfondo scuro e l'imponenza del panneggio del manto della Vergine, unitamente alla spontaneità degli atteggiamenti, mostrano come ormai l'artista, pur continuando a tener presenti i modelli di Ludovico Carracci e dello Scarsellino, fondamentali per la sua formazione, ne dia una interpretazione virata in senso vigorosamente naturalistico. Tale elemento costituisce la caratteristica precipua dello stile giovanile dell'artista, come si configura appunto tra gli anni 15-16, è già in parte presente nell'insieme degli Evangelisti di Dresda, di circa un anno predcedente, e trova coerente sviluppo nella monumentale Sacra Conversazione, eseguita entro il 1616 per la chiesa di S. Agostino a Cento (ora Bruxelles, Musée d'Art Ancienne), molto vicina al nostro dipinto. Quest'ultimo mostra tuttavia stringenti corrispondenze stilistiche soprattutto con un ristretto gruppo di opere dello stesso soggetto e di piccolo formato, anch'esse datate da Mahon e Salerno al 1615-16: la Madonna della pappa delle collezioni Reali di Stoccolma, la Madonna del passero della collezione Mahon a Londra, e, soprattutto, la Madonna col Bambino e San Giovannino della Campbell Blaffer Foundation di Houston: tutti questi dipinti sono caratterizzati da una ricerca di assoluta essenzialità sia di impostazione che di esecuzione, e da una vena di commosso intimismo, volto a cogliere la delicata connotazione psicologica del rapporto Madre-Figlio che sarà raramente riscontrabile in seguito con tale intensità nelle opere del Guercino, e riporta ancora una volta al fondamentale influsso di Ludovico Carracci. Varrà ancora la pena di ricordare che nel volto e nell'acconciatura della Vergine del nostro affresco è evidente il ricordo, se non la vera e propria citazione dell'analoga figurazione della Sacra Famiglia con San Francesco e i committenti di Ludovico, eseguita nel 1591 per la Chiesa dei Cappuccini a Cento, e pertanto ben nota al Barbieri. Un paricolare interesse ricopre infine la tecnica con cui questa Madonna col Bambino è stata eseguita. Infatti dapprima Mahon, quindi Salerno, che non avevano potuto osservare da vicino l'oera a causa della sua collocazione poco accessibile, ritennero che si trattasse di un olio su ardesia. Tuttavia, quando il dipinto fu rimosso dalla muratura in cui era inserito, per essere portato nel Laboratorio della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, ove nel 1995 venne eseguito il suo restauro, apparve chiaro che esso era stato eseguito su malta stesa su supporto ligneo, e che la tecnica era quella del buon fresco, sicché, per la sua maneggevolezza, Mahon può definirlo affresco da cavalletto o portatile. Opere di questo genere sono del tutto inusuali, ed il nostro dipinto riveste pertanto un interesse tecnico raro e costituisce, assieme al Davide con la testa di Golia di poco posteriore, ora conservato a Kansas City, l'unico esemplare di affresco portatile eseguito dal pittore emiliano. Il Mahon suggerisce l'interessante ipotesi che in entrambi i casi si tratti di prove eseguite dal maestro di Cento, forse per i committenti, in vista della possibile esecuzione di affreschi di grandi dimensioni. Infatti il Guercino ebbe sempre poca dimestichezza con la produzione a fresco, ed adoperò tale tecnica quasi esclusivamente negli anni giovanili, per i cicli di Casa Provenzale e Casa Pannini a Cento. In seguito egli abbandonò ogni interesse per tale tecnica e la sua preferenza, anche per i grandi cicli decorativi su muro, andò quasi esclusivamente all'uso della pittura a secco, che gli permetteva di ottenere effetti più vicini a quelli della pittura a olio, da lui solitamente adoperata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico non territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800078404
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2005
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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