Ritratto di Innocenzo XI Odescalchi

dipinto

Su fondo scuro è ritratto papa Innocenzo XI al secolo Benedetto Odescalchi, abbigliato con il camauro e la mozzetta rosso porpora. La cornice è in legno, dipinto in nero e marrone screziato; parzialmente dorata e intagliata negli angoli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Romano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE palazzo Prati Savorelli
  • INDIRIZZO corso Armando Diaz, 49, Forlì (FC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE È una delle tante versioni che restituisce il pontefice comasco secondo i canoni della ritrattistica controriformata. Ripreso a mezzo busto su fondo scuro, abbigliato con la mozzetta e tamauro, Innocenzo XI trasmette il rigore del suo governo tra il 1676 e il 1689. È salito, difatti, agli altari della beatificazione, seppur due secoli e mezzo dopo la morte, per l’avversione verso il nepotismo formalizzato e soprattutto per la lotta contro la minaccia islamica, culminata con la liberazione di Vienna dai turchi per mano del re polacco Giovanni III Sobiesky. In fatto di politica culturale, il riservato e schivo Odescalchi ha saputo cogliere quel linguaggio visivo efficace nell'interpretare una fase transitoria e un cambio di passo della comunità cattolica. A tale proposito, è emblematico il rapporto tra il papa e uno degli artisti più rappresentativi del barocco, ossia il gesuita Andrea Pozzo. In particolare, si ricorda la supplica rivolta da questi direttamente a Innocenzo XI per essere esentato dalle committenze ‘profane’, scavalcando così le titubanze dei suoi padri superiori. Non solo, attorno all’Odescalchi emerge una cerchia di artisti che contribuirà a consolidare una sintesi tra barocco e linguaggio protoarcadico, orientata a muovere profondamente devozione e ortodossia. Esponente di spicco in tale contesto è Carlo Maratta, artefice del progetto del monumento funebre del papa Odescalchi che restituisce uno spazio ideale, dove dominano armonia, compostezza, dottrina e semplicità di eloquio (si veda Innocenzo XI Odescalchi. Papa, politico, committente, a cura di R. Bosel et al., Roma 2014, pp. 247-273, 331-342, 411-448). L’immagine ufficiale di Innocenzo XI, a mezzo busto, è divulgata dall’incisione di François Spierre (Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, inv. FN 14570), realizzata nell’anno della sua elezione e tratta dal ritratto di Ferdinand Voet (F. Petrucci, Ferdinand Voet (1639 – 1689) detto Ferdinando de’ Ritratti, Roma 2005, p. 146). Segue l’acquaforte e bulino di Albert Clouwet, facente parte della serie edita da Giovan Giacomo de Rossi e derivata dalla suite dipinta da Giovanni Maria Morandi (cfr. I volti del potere. Ritratti di uomini illustri a Roma dall'Impero Romano al Neoclassicismo, catalogo della mostra a cura di F. Petrucci, Roma 2004, pp. 111-112, n. 30). E proprio l’incisione di Clouwet offre il modello per il ritratto Prati, così come tanti altri, tutt’al più recanti variazioni negli accessori o paramenti. Non è del tutto da scartare l’ipotesi della originaria appartenenza del presente dipinto alla famiglia Muti Papazzurri, poi passato nel primo Ottocento per legami matrimoniali ai Savorelli e quindi ai Prati. Si deve, infatti, tenere conto che Giovanni Muti Papazzurri (1629-1706) riveste dal 1689, sotto Innocenzo XI, la carica di Nunzio Apostolico a Napoli. Un altro possibile collegamento tra la nostra famiglia romana e gli Odescalchi lo offre Voet, autore del ritratto di Maria Isabella Massimo Muti Papazzurri (1648-1690). Pur nell’impostazione stereotipata, il ritratto dell’Istituto Prati è di buona fattura e apprezzabile è l’introspezione psicologica. Si può dunque azzardare una responsabilità esecutiva nell’orbita romana del celebre ritrattista fiammingo o di quella Morandi. [scheda OA/1992]: "La ritrattistica della quadreria Prati denota un certo orientamento in direzione romana e dell'Italia centrale (riscontrabile del resto in ogni antica collezione romagnola)"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800052273
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2022
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE