decorazione plastico-pittorica, post 1551 - ante 1553

La cappella è a pianta quadrata, caratterizzata agli angoli dall'aggetto di otto semicolonne e da due nicchie ai lati dell'altare. In alzato le pareti sono animate da un potente gioco plastico: su un piedistallo alto, s'innestano le semicolonne scanalate dal capitello dorico, che sorreggono una trabeazione a metope e triglifi; tra le semicolonne sono quattro archi che delimitano il vano dell'altare, le pareti dei due affreschi e l'ingresso della cappella. Il continuum dell'architrave è spezzato in corrispondenza degli angoli, dove sono disposte due nicchie in doppia fila, a sottolineare con un forte chiaroscuro la separazione tra le semicolonne che definiscono gli angoli. Sopra l'architrave disposte entro le lunette (è esclusa ovviamente, la parete d'ingresso) sono tre finestre serliane. I pennacchi, animati da una fitta decorazione a stucco dalla quale spuntano mascheroni e figure alate, ospitano al centro quattro ottagoni con le teste degli evangelisti. La volta, anch'essa (1)

  • OGGETTO decorazione plastico-pittorica
  • ATTRIBUZIONI Tibaldi Pellegrino (1527/ 1596): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Giacomo Maggiore
  • INDIRIZZO piazza Rossini, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1551 all'epoca dell'incarico affidato da Giovan Battista Poggi a Pellegrino Tibaldi per la progettazione e l'esecuzione della cappella di sua proprietà in San Giacomo, i due protagonisti potevano contare su un rapporto tra committente ed artista già sperimentato. Qualche anno prima a Roma, Monsignor Poggi-abile diplomatico alla corte papale-aveva incaricato Tibaldi di affrescare le pareti della sua residenza al Pincio. E' quindi un legame di piena fiducia quello che unisce il neocardinale Poggi(eletto tale da Giulio III il 20 novembre 1551) e l'artista bolognese. Tibaldi, consapevole della predilezione di Poggi per la temperatura culturale umanistico-archeologica che si respirava in Roma(ma la recente critica ha affacciato l'ipotesi di un suo declinare gli archetipi culturali romani secondo gli umori di una "umanistica sacra" vicina al bolognese Achille Bocchi), allestisce nello spazio quadrato della cappella, una sorta di summa della cultura visiva del tempo: dal linguaggio fortemente plastico di matrice tosco-romana, memore di Michelangelo, alla citazione colta della serliana, dalle grottesche a stucco, all'osmosi tra pittura e architettura in un gioco illusionistico di trompe-oeil. La data finale dei lavori della cappella è ipotizzata tra il 1553 e il 1554. Di sicuro questa è terminata nel febbraio 1556, quando il Cardinal Poggi vi è sepolto con grande solennità. Il ciclo figurativo è dedicato a San Giovanni Battista, santo eponimo del Cardinale. Alle pareti destra e sinistra sono rispettivamente i grandi affreschi della "Concezione del Battista" e del "Battista che battezza le turbe", organizzati da Tibaldi secondo un'iconografia lonatana dal repertorio tradizionale; nelle due nicchie affrontate ai lati dell'altare, sono due affreschi celebrativi della nomina a Cardinale di Giovan Battista Poggi. Se nelle "Storie di Ulisse" in Palazzo Poggi, il ricordo del plasticismo michelangiolesco è interpretato da Tibaldi secondo le regole di una pittura corposa, squillante, dove il dato naturale si fonde con il grottesco ed abita audaci prospettive, nella cappella in San Giacomo, assistiamo allo smorzarsi delle esuberanze sia plastiche che decorative e all'adozione di una tavolozza dai toni più freddi. I quattro ottagoni nei pennacchi con gli evangelisti e i medaglioni della volta con le storie del Battista, sono di mano di Prospero Fontana. I pennacchi e la volta sono animati da una brulicante decorazione a stucco dove Tibaldi investe di forza vitale primigenia tutto il repertorio decorativo-ornamentale che aveva conosciuto alla scuola di Perin del Vaga
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800047199-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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