Sant'Antonio Abate, Sant'Antonio da Padova e Santa Cecilia
dipinto,
1600 - 1610
Scarsella Ippolito Detto Scarsellino (attribuito)
1550 ca./ 1620
Tre santi, al centro S. Antonio abate, ai lati Sant'Antonio da Padova con il giglio e Santa Cecilia con l'organo portativo. Sfondo di paesaggio; al centro elemento architettonico complesso caratterizzato da due colonne tortili poggianti su doppio basamento
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Scarsella Ippolito Detto Scarsellino (attribuito): ESECUZIONE
- LOCALIZZAZIONE Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta della copia della pala del Garofalo datata 1523, per la cappella Bonlei della chiesa ferrarese di S. Maria Nuova (attualmente conservata alla Galleria Nazionale d'Arte antica di Roma). Così scrive C. Brisighella all'inizio del Settecento accennando alla pala della cappella: "Questa già venne eccellentemente colorita dal pennello di Benvenuto Garofalo - Ma nella devoluzione di questo stato alla S. Sede fu trasportato a Roma con altre belle e insigni pitture, lasciandovi la presente copia fatta con diligenza da Ippolito Scarsellino". Nell'ambito del fenomeno storico-artistico della copia e riproduzione di opere d'arte, la tavola attribuita a Scarsellino da un originale del Garofalo riveste particolare interesse, non solo per la qualità del copista, figura importante della cultura figurativa emiliana fra Cinquecento e Seicento, ma anche come prodotto significativo di quella "razzia di beni simbolici" che è una delle modalità attraverso la quale si è più volte configurato il rapporto tra centro e periferie nella storia della conservazione e del possesso dell'arte. Un caso esemplare per E. Castelnuovo e C. Ginzburg, "Centro e periferia", in "Storia dell'arte italiana" Torino 1979, è Ferrara, "nell'ambito del processo di periferizzazione di molte regioni italiane dopo la ristrutturazione cinquecentesca", e al momento della devoluzione dello stato estense alla Santa Sede. Scarsellino fu particolarmente impegnato in questa attività di sostituzione degli originali con copie. La riproduzione rimase in loco fino a metà Ottocento quando gli eredi Bonlei ne entrarono in possesso - All'estinzione della famiglia entrò in collezione privata. Restaurata una prima volta nel 1945, si trovava a Firenze presso Leonetto Tentori per essere restaurata di nuovo ma subì le conseguenze dell'alluvione; fu perciò sottoposta ad un nuovo restauro nel 1990-92
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800036728
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 1992
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0