baldacchino processionale,
1762 - 1763
Tadolini Petronio (1727/ 1813)
1727/ 1813
Cornice lignea in quattro parti raccordate da quattro angolari su cui sono fissati quattro coppie di angioletti aventi gambe e braccia in posizioni diverse. La fascia mistilinea è decorata a foglie d'acanto con, al centro, testina di cherubino e ricco intaglio a giorno a girali vegetali, rocailles e grappoli d'uva
- OGGETTO baldacchino processionale
-
ATTRIBUZIONI
Tadolini Petronio (1727/ 1813): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Domenico
- INDIRIZZO piazza S. Domenico, 13, Bologna (BO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'assemblea del 6 marzo 1762 il Consiglio dei Padri Domenicani di Bologna accordò all'Inquisitore Tommaso de Angelis "la facoltà di impiegare una partita di denaro per la fattura d'un baldacchino di ricamo d'oro" che avrebbe dovuto essere ultimato per la festa del Corpus Domini dell'anno successivo. I tempi furono rispettati e l'opera fu inaugurata nella processione del 5 giugno 1763 sotto gli occhi ammirati degli astanti, tra cui Galeati che nel suo Diario annotò: "In occasione della processione del Venerabile a S. Domenico si vidde il nuovo baldacchino ricamato d'oro fatto a spese del Reverendissimo Padre Inquisitore che li costò circa lire 6000" (B 88, c. 203). Nel Liber Consiliorum si accenna ad un accordo fatto con una ricamatrice, di cui però non è citato il nome, che avrebbe dovuto eseguire i ricami delle bandinelle e nulla viene scritto a proposito della cornice lignea a cui doveva essere agganciata la parte in tessuto. Il nome della ricamatrice è riportato da Marescalchi che nel 1823 descrive la processione del Corpus Domini: "..il SS.mo Sacramento portato sotto il grandioso, magnifico e nobile baldacchino che donò, insieme all'apparato in terzo e veliera (velo omerale), come altresì l'indicata paliola (stendardo processionale) del Reverendissimo Padre Maestro Tommaso Maria De Angelis Domenicano " operazione eseguita negli anni 1767 e 1768 dalla celebre ricamatrice Barbara Zucchi bolognese già defunta" .Per la strettissima corrispondenza tra il disegno dei ricami e quello degli ornati lignei il baldacchino di S. Domenico costituisce un caso esemplare di progettazione unitaria di un'opera alla cui realizzazione concorrono competenze professionali diverse. Nell'autobiografia raccolta da Oretti Petronio Tadolini si attribuisce la paternità della quattro coppie di angeli poste sugli angolari del baldacchino, ma non specifica se abbia intagliato anche il resto del supporto e se abbia fornito il disegno dei ricami e degli ornati lignei della cornice che presentano le stesse volute e rocailles. A differenza di altri scultori come Silvestro Giannotti di cui, oltre a sculture lignee, sono documentate anche opere d'intaglio d'ornato sia per committenti privati che per chiese (cornici, ancone, tabernacoli, torciere), Tadolini è ricordato dalle fonti come scultore di figura: statue in stucco, terracotta e macigno per logge e cortili di palazzi privati, statue e sculture devozionali in stucco terracotta e legno per cappelle e facciate di chiese, ritratti in cera colorita, decorazioni plastiche in stucco. Quando si tratta di arredi ecclesiastici il suo intervento sembra limitarsi all'esecuzione di figure di angeli a tutto tondo come è appunto il caso degli angioletti del baldacchino di S. Domenico, dei quattro gruppi di puttini in legno per il disperso baldacchino della parrocchia della Madonna in Strada S. Donato e dei dispersi quattro puttini in legno per la Compagnia del piombo. Figure di angeli, presumibilmente sempre in legno scolpito, furono da lui realizzate per i tronetti del 1765 e del 1766 per l'esposizione eucaristica delle quarantore in S. Pietro. Per completare la ricerca sul baldacchino di S. Domenico si deve forse cercare anche il nome di un intagliatore d'ornato che abbia disegnato ed eseguito la bella cornice con gli emblemi eucaristici (l'uva) e che abbia fornito a Barbara Zucchi i disegni per i ricami. Dai diari e dalle guide dell'epoca si evince che erano soprattutto le pitture degli stendardi processionali dipinti e le "pitture" realizzate ad ago con sete policrome e fili d'oro e d'argento a colpire l'immaginazione dei contemporanei che solo in rari casi ricordano anche il nome dell'artigiano che apprestava le cornici lignee intagliate degli apparati processionali che erano probabilmente percepite come un lavoro di routine. A questo proposito è sintomatico che si conoscano i pittori di tanti stendardi e che rimangano anonimi per quanto riguarda il supporto proprio i tanto celebrati stendardo e baldacchino con cornice e festoni di fiori in legno intagliato e dorato e putti in cartapesta dorata della chiesa di S. Biagio (oggi presso la chiesa della SS.ma Trinità) ricamati nel 1782 dalla bolognese Anna Barocci (1730-1803) che, insieme al fratello che fornì i disegni, fu ricordata anche da sonetti. Lo stesso destino è stato per ora riservato anche ai dispersi baldacchino e stendardo della chiesa di S. Michele dei Leprosetti, ricamati nel 1784 dalla stessa ricamatrice.In altri casi le fonti sono più precise: a proposito del baldacchino inaugurato il 12 marzo 1780 nella chiesa di S. Maria dei Servi in occasione della processione della Madonna addolorata Oretti scrive "disegno e intaglio di Giovanni Battista Zoboli". (1)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800026807
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Bologna Ferrara Forli'-Cesena Ravenna e Rimini
- DATA DI COMPILAZIONE 2001
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0