mensola - angolare, elemento d'insieme di Angelini Annibale, Lavarello Pietro (terzo quarto XIX)

mensola angolare,
Lavarello Pietro (notizie Fine Sec. Xix-inizio Sec. Xx)
notizie fine sec. XIX-inizio sec. XX

Mensole angolari, con piani sostenuti da figure di putti

  • OGGETTO mensola angolare
  • MATERIA E TECNICA lapislazzulo
    legno/ a intaglio, doratura
    metallo/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Angelini Annibale (1812/ 1884): progettista
    Lavarello Pietro (notizie Fine Sec. Xix-inizio Sec. Xx): intagliatore
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Interiano Pallavicino
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le tre mensole angolari, con piani sostenuti da figure di putti e decorazione a cammeo, nel complesso sono improntate ad uno stile neobarocco. I quattro mobili (tavolo e tre mensole) – concepiti insieme, nonostante la varietà di riferimenti linguistici, tipica di quella commistione stilistica e decorativa, eclettica appunto, in auge nel secondo Ottocento - recano piani e fasce in lapislazzulo. Sulla base della documentazione d’archivio – registri contabili e corrispondenze – gli arredi in questione sono precisamente databili al 1872-74. Se ne desume anche il nome dell’autore dei cammei, recanti scene tratte da Raffaello (Galatea), Canova (Giudizio di Marte) e Thorwaldsen (Bacco e Amore): si tratterebbe dell’incisore romano Pio Siotto, coinvolto da Annibale Angelini, che a Roma procurò anche le preziose parti in lapislazzulo. Quanto all’esecuzione delle parti lignee, per le tre mensole è stato di recente ipotizzato (Caumont Caimi, 2009, p. 186) l’intervento di Pietro Lavarello. Oltre che per la preziosità del materiale utilizzato – già all’epoca le cifre destinate al pagamento delle lastre in lapislazzulo furono ingentissime – i mobili sono importante testimonianza della poliedrica attività progettuale ed esecutiva di Annibale Angelini, pittore, decoratore murale, restauratore e scenografo (e non solo, come rivelano questi arredi), di origine umbra, allievo di Minardi ed esponente del purismo romano, attivo per importanti committenti in varie città d’Italia, apprezzato anche dal papa e da Carlo Alberto di Savoia. Angelini fu in stretti rapporti con Genova e con la famiglia Pallavicino. Console e mensole, infatti, sono da collegare a un altrettanto importante camino da parata, pure impreziosito da rivestimenti in lapislazzuli, oltre che da broccatello e altri marmi rari. Di gusto neocinquecentesco, datato 1870, come indica la targa in metallo dorato con l’arma dei Pallavicino, che pure lo riferisce a Stefano Lodovico era stato anch’esso realizzato su disegno di Angelini, il quale già in questo caso si era adoperato come agente a Roma per il rinvenimento del prezioso materiale di rivestimento; ne deriva l’ancora attuale denominazione del salotto (“Salotto dei lapislazzuli)”, in cui esso e gli arredi in questione sono collocati
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700374366
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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