console table,
post 1872 - ante 1874
Angelini Annibale (1812/ 1884)
1812/ 1884
Giacomo Parodi (attivo A Genova Nel Xix Secc)
attivo a Genova nel XIX secc
Console arricchita al centro della crociera di raccordo tra le gambe da un’urna con anse a forma di animali mitologici, cartiglio centrale del fronte decorato da un cammeo
- OGGETTO console table
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ATTRIBUZIONI
Angelini Annibale (1812/ 1884): progettista
Giacomo Parodi (attivo A Genova Nel Xix Secc): intagliatore
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Interiano Pallavicino
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tavolo e le tre mensole (0700374366)- concepiti insieme, nonostante la varietà di riferimenti linguistici tipica di quella commistione stilistica e decorativa, eclettica appunto, in auge nel secondo Ottocento - recano piani e fasce in lapislazzulo. Sulla base della documentazione d’archivio – registri contabili e corrispondenze – gli arredi in questione sono precisamente databili al 1872-74. Se ne desume anche il nome dell’autore dei cammei, recanti scene tratte da Raffaello (Galatea), Canova (Giudizio di Marte) e Thorwaldsen (Bacco e Amore): si tratterebbe dell’incisore romano Pio Siotto, coinvolto da Annibale Angelini, che a Roma procurò anche le preziose parti in lapislazzulo. Oltre che per la preziosità del materiale utilizzato, i mobili sono importante testimonianza della poliedrica attività progettuale ed esecutiva di Annibale Angelini, pittore, decoratore murale, restauratore e scenografo (e non solo, come rivelano questi arredi), di origine umbra, allievo di Minardi ed esponente del purismo romano, attivo per importanti committenti in varie città d’Italia, apprezzato anche dal papa e da Carlo Alberto di Savoia. Console e mensole, infatti, sono da collegare a un altrettanto importante camino da parata, pure impreziosito da rivestimenti in lapislazzuli, oltre che da broccatello e altri marmi rari. Di gusto neocinquecentesco, datato 1870, come indica la targa in metallo dorato con l’arma dei Pallavicino, che pure lo riferisce a Stefano Lodovico, era stato anch’esso realizzato su disegno di Angelini, il quale già in questo caso si era adoperato come agente a Roma per il rinvenimento del prezioso materiale di rivestimento; ne deriva l’ancora attuale denominazione del salotto (“Salotto dei lapislazzuli)”, in cui esso e gli arredi in questione sono collocati
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700374365
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
- DATA DI COMPILAZIONE 2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0