Clorinda salva Olindo e Sofronia. Clorinda intercede per salvare Sofronia e Olindo

dipinto, post 1680 - ante 1680

L'episodio raffigurato è tratto dall'inizio del secondo canto della Gerusalemme Liberata: per salvare i cristiani di Gerusalemme, Sofronia (benchè innocente) si accusa di aver sottratto una sacra immagine dalla moschea e accetta la condanna al rogo. Olindo, che l'ama in segreto, si accusa ed è mandato a morire con lei. La guerriera saracena Clorinda però salva entrambi, intercedendo presso il re. E così nell'immagine di Luca Giordano a sinistra, legati a un palo, sono i due amanti in procinto di essere arsi vivi; quasi al centro, a cavallo, è Clorinda che si rivolge ad Aladino, elegante nei suoi abiti cinquecentschi e tra le nubi due angioletti sostengono l'immagine sacra che ha portato a questa contesa

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Giordano Luca (1634/ 1705)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La scena si riferisce al noto episodio del canto secondo della Gerusalemme Liberata, in particolare al momento della liberazione per mano di Clorinda di Olindo e Sofronia, per intercessione del re pagano Aladino. Questo grande dipinto, insieme all'altro di Perseo presente nella medesima sala, fu eseguito dal Giordano sotto l'influenza dei grandi pittori veneti del Cinquecento. Si notino la trasparenza e la brillantezza del colore, una tavolozza cromatica giocata su gialli sbiancati, dorati, trasparenti e ocre pallidissime ma anche su un oltremare profondo o un porpora efficacissimo per evocare i preziosi velluti veronesiani. Grazie all'ultimo intervento di restauro si è potuto capire che la tela – insieme al suo pendant ovvero Lotta tra Perseo e Fineo – è stata ingrandita, probabilmente nella prima metà del Settecento, con l'inserzione lungo il bordo inferiore di circa 13 centimetri, lungo il lato sinistro di circa 16 cm e di un'altra ampia porzione nei cieli dove i due angeli con l'immagine sacra fanno parte dell'aggiunta e vanno dunque letti come una successiva invenzione dell'artista incaricato delle modifiche. Le misure originali dovevano essere all'incirca pari a 250 x 350 cm. Carlo Giuseppe Ratti ricorda che fu Domenico Parodi a essere incaricato da Gerolamo Ignazio Durazzo (1676-1747) di adattare entrambe le tele alle incorniciature in stucco. Il formato originale è inoltre documentato da un disegno, oggi al British Museum, eseguito da Fragonard durante il suo viaggio in Italia. Nell'elenco datato 25 marzo 1889, steso da Giuseppe Isola e comprendente i dipinti bisognosi di restauro, compare la grande tela, su cui si intervenì senz'altro anche nel secondo dopoguerra. Fino al 1816 a Palazzo Reale i Luca Giordano erano tre: i due ancora oggi qui conservati e la Morte di Seneca, quest'ultimo ceduto dopo il 1836, le cui tracce da allora si sono perse. La cronologia più plausibile – faccenda questa molto dibattuta dalla critica – sembra essere intorno al 1680. Si segnala infine che nel 2001, sul mercato antiquario inglese, è passata una versione di minori dimensioni (155 x 206 cm)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700034022
  • NUMERO D'INVENTARIO 749
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 1985
    2006
    2016
  • ISCRIZIONI Lato sinistro, sotto i piedi di Sofronia - "Jordanus F" - a pennello - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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