Filosofo che legge. Filosofo che legge

dipinto CA 1730 - CA 1750

Pittura a olio su tela

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • ATTRIBUZIONI Piazzetta Giovanni Battista (maniera)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Giovanni Battista Piazzetta
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
  • LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
  • INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto, non menzionato da Francesco Bartoli (1793) ed entrato in Pinacoteca nel 1876, è ricondotto alla mano del Piazzetta nell’inventario del 1930, nelle Guide del 1931 e del 1953, nonché da Carlo Donzelli (1957). Secondo Romagnolo (1981), invece, si tratterebbe di un’opera della scuola del maestro e Mariuz (1982) la identifica quale copia “di qualità mediocre” tratta dall’incisione del San Matteo dell’allievo del Piazzetta Marco Pitteri facente parte della serie dei Dodici Apostoli realizzata nel quarto decennio del Secolo. Quest’ultimo, inoltre, ne individua un’altra copia, seppur con qualche variante, nell’Eremita che legge della collezione Suida-Manning di New York, ritenuta un autografo dell’artista e datata 1707 nella scheda redatta dal museo di conservazione (Blanton Museum of Art, Università del Texas, Austin). Secondo una segnalazione di Valcanover, l’opera sembrerebbe derivare da un disegno del Museo Civico Correr, pubblicato da Pignatti (1980) come copia da Giuseppe Angeli. Fantelli (1985), infine, riconosce il modello della “molto debole e molto tarda” copia nel Santo che legge già nella collezione viennese di Leo Planiscig e battuto in un’asta viennese di Dototheum l’11 maggio 2022, opera che già Mariuz (1982) riteneva essere il modello del Ritratto commemorativo di Celio Rodigino. Questa figura a mezzo busto costituisce un esempio delle immagini di santi, filosofi o teste “di fantasia”/“di carattere” tipici della produzione piazzettesca. Il dipinto rodigino è costruito mediante un violento chiaroscuro, dove la luce gioca un ruolo fondamentale nella creazione dei volumi. Il fascio di luce che spiove dall’alto mette in risalto il volto dai lineamenti assorti del personaggio e le sue gote arrossate, che per contrasto emergono dal fondo scuro assieme al colletto biancastro della camicia, che crea una contrapposizione netta sul cappotto bruno. Allo stesso modo, le candide pagine del volume posto tra le mani della figura, non solo spiccano sullo sfondo oscuro, ma incorniciano la folta barba bruno-rossastra e mettono in risalto le dita e la mano tozza, i cui volumi sono modellati con libere pennellate pastose che non si fondono in teneri passaggi chiaroscurali ed enfatizzano le nocche arrossate. I rapporti cromatici originari, in ogni caso, risultano alterati: la densa e pastosa cromia rosso-bruna si è scurita a causa della preparazione a bolo d’Armenia, secondo un fenomeno ricorrente nei dipinti della bottega piazzettesca
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730855
  • NUMERO D'INVENTARIO 364
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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