San Longino. San Longino
dipinto
ca 1750 - ca 1800
Piazzetta Giovanni Battista (maniera)
1683/ 1754
Pittura a olio su tela
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
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ATTRIBUZIONI
Piazzetta Giovanni Battista (maniera)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Giovanni Battista Piazzetta
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Accademia dei Concordi
- LOCALIZZAZIONE Accademia dei Concordi
- INDIRIZZO Piazza Vittorio Emanuele 14, Rovigo (RO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sebbene il dipinto non sia stato menzionato da Francesco Bartoli (1793), proviene dalla collezione Silvestri. Entrato nella Pinacoteca dei Concordi nel 1876, venne attribuito al Piazzetta nell’Inventario del 1930, nelle due Guide del 1931 e 1953, nonché da Donzelli (1957). Già Romagnolo (1981) lo ricondusse ad un più generico all’ambito piazzettesco e Mariuz (1982) lo segnala come “modesta copia” da un’incisione di Marco Pitteri della serie dei Dodici Apostoli tratti da prototipi del Piazzetta. Anche Fantelli (1985) parteggia per una non meglio identificabile mano della scuola veneta della seconda metà del XVIII secolo. Il dipinto, inizialmente attribuito a Giovanni Battista Piazzetta, venne successivamente ricondotto giustamente all’ambito piazzettesco (Romagnolo 1981), riconoscendovi una “modesta copia” di un anonimo pittore veneto della seconda metà del XVIII secolo (Mariuz 1982; Fantelli 1985). L’opera in esame, che costituisce un esempio delle immagini di santi, filosofi o teste “di fantasia”/“di carattere” tipici della produzione della bottega piazzettesca, come già evidenziato da Mariuz (1982) e Fantelli (1985), mostra le affinità più evidenti con l’incisione di Marco Pitteri della serie dei Dodici Apostoli tratti da lavori del Piazzetta nel 1742, che riproduce la figura del santo accompagnata dalla didascalia “Sanctus Thomas”. Rispetto alla raffinatezza di dettaglio e di luci che documenta l’incisione, non si può che concordare con Mariuz (1982) nel ritenere la copia della Pinacoteca dell’Accademia di qualità mediocre, tanto da non presentare nemmeno una qualità tale da poterla ricondurre alla più stretta cerchia dell’artista. Il violento chiaroscuro che caratterizza i dipinti piazzetteschi e plasma la forma e dona plasticità ai volumi, risulta qui più pacato, rendendo la figura più piatta, facendola emergere in maniera meno irruenta dal fondo scuro. Il fascio di luce spiovente dall’alto a destra illumina il profilo del Santo: il naso affilato, la bocca carnosa, gli occhi insolitamente poco affossati e l’arcata sopraccigliare curiosamente poco pronunciata, le gote arrossate e la folta barba sono costruiti con pennellate più curate e fluide, poco cariche di colore, che si fondono in passaggi chiaroscurali più delicati. Nello sguardo, manca quello scintillio carico di vita caratteristico dei lavori piazzetteschi. Le mani giunte in preghiera non presentano il tipico potente chiaroscuro giocato sui toni bruno-rossastri con pennellate pastose che creano violenti passaggi chiaroscurali evidenziando l’ossatura e le pieghe della pelle sulle nocche. Allo stesso modo, il chiaroscuro della camicia bianca che si apre sul petto e della tunica bruna presentano passaggi troppo delicati per essere ricondotti alla bottega piazzettesca
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista pubblica/privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500730848
- NUMERO D'INVENTARIO 371
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Accademia dei Concordi
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0