Resurrezione di Cristo. resurrezione di Cristo
Cristo si erge dal sepolcro, parzialmente avvolto dalla sindone, tenendo il vessillo del vittorioso, la cui asta è puntata all'esterno dell'avello. In primo piano e attorno ad esso stanno le guardie: le due in primo piano sono colte a mezza figura 'in abisso', per la postura e il modo di tenere sollevati gli scudi. Solo il primo a destra è ad occhi chiusi, forse ancora addormentato piuttosto che abbagliato, ha in testa l'elmo e si appoggia all'elsa della spada portando a sè lo scudo. E' caratterizzato dal gozzo, malattia ritenuta umiliante. Quello di sinistra volge lo sguardo all'insù per osservare il Risorto, in modo inespressivo più che attonito. Un terzo, in secondo piano a sinistra, di cui si scorge solo il capo, osserva ugualmente il protagonista senza alcuno stupore. Gli altri due personaggi posti al di là del sepolcro, fanno giungere a cinque il numero delle guardie: è infatti improbabile che possano ritenersi semplici astanti, oppure Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo. A destra si apre un paesaggio visto dall'alto con una pianura percorsa da un fiume dalle molte anse, un borgo sulle sue sponde, sul fondo una sequenza di colline e una catena montuosa
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Jacopo Da Valenza (notizie 1478/ 1509)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La dimensione, il formato dell'opera ed il soggetto sono pertinenti alla funzione di pala d'altare, anche se essa risulta di dimensioni modeste. E' immaginabile che fosse provvista di cornice architettonica, molto probabilmente lignea. Il soggetto è adatto ad un altare presso un luogo di sepoltura, come una cappella funebre. La provenienza originaria dell'opera rimane ignota. Il catalogo del museo civico del 1865 presenta il dipinto con una generica attribuzione a scuola veneta. Nel 1904 cominciano le attribuzioni a Jacopo da Valenza (comunicazione scritta al museo del prof. Alessandro Leckener del 17 ottobre). A tale attribuzione si aggiungono Paul Kristeller (comunicazione scritta, giugno 1907) e Trecca (1912), che riporta il parere coincidente di Berenson, il quale ratifica la sua proposta attributiva in favore di Jacopo da Valenza a partire dagli 'indici' del 1932. La tavola veronese figura nel catalogo di Jacopo da Valenza tra quelle di maggiore novità, nonostante l'espressività attonita e l'irreale incomunicabilità fra le guardie. Nel caso della "Resurrezione" di Verona non si conoscono modelli diretti di ispirazione, per quanto vi possa essere il sospetto dell'utilizzo di una fonte grafica. Essa potrebbe avere veicolato un labile riferimento al capolavoro pierfrancescano, a cui si richiama Trecca (1912; si veda anche comunicazione scritta al museo del 17 marzo 1904 di Fabio da Persico), ma solo per quanto riguarda il sarcofago posto in parallelo al piano d'osservazione, lo spunto per la guardia che qui presenta il gozzo e per lo scorcio dell'altra con il capo riverso, tuttavia variato. Non si ricavano indicazioni utili nelle incisioni di questo soggetto, da indicare come possibili fonti. Il particolare effetto di durezza del disegno che persegue compiaciuti scavi lineari sui volti, come cifrati, le partiture cromatiche di risonanza metallica delle vesti, di un'estenuata semplificazione lineare che quasi contraddice un credibile effetto volumetrico, individuano un momento stilistico che agevolmente si può fissare sul 1500 o poco prima. I punti di riferimento accertati per tale collocazione sono la pala dell'"Immacolata Concezione" della chiesa di San Giovanni di Serravalle (Vittorio Veneto), firmata e datata al 1502, e quella, che si presenta quasi come variante, degli Staatliche Museen di Berlino (inv. 1403) realizzata per la chiesa di San Pietro di Belluno su commissione del nobile trevigiano Francesco Scoto (da Fossaluzza 2010, cat. 137)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715176
- NUMERO D'INVENTARIO 114
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0