Adorazione dei magi. Adorazione dei Magi

dittico ca 1410 - ca 1410

Dipinto raffigurante l'Adorazione dei Re Magi, ambientata entro un paesaggio lussureggiante e popolato da animali selvatici

  • OGGETTO dittico
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • AMBITO CULTURALE Ambito Padovano-veronese
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto si trovava nella collezione di Attilio Brivio a Milano, passò poi alla Pinacoteca Ambrosiana; fu messo messo all'asta da Finarte di Milano e venne acquistato dalla Banca Popolare di Verona che, nel 1986, lo ha donato alle collezioni civiche della città. L'opera venne pubblicata per la prima volta nel 1958 da Licisco Magagnato, su segnalazione di Luigi Coletti, quando apparteneva ancora alla milanese collezione Brivio: allora fu presentata alla mostra "Da Altichiero a Pisanello", nel museo di Castelvecchio, come opera veronese del primo Quattrocento, della tarda cerchia di Jacopo da Verona. Le indicazioni sui rapporti con Jacopo da Verona, che accompagnano la vicenda critica del dipinto fin dagli esordi, sono state precisate nella relativa voce del Dizionario Bolaffi (1974), dove l’opera è menzionata insieme agli Antifonari I e II della Cattedrale di Santa Giustina a Monselice (Padova, Biblioteca Capitolare, E 18, E 19), a due Salteri della Biblioteca Estense di Modena (Mss. Lat. 1017 e 1020) e alla "Bibbia Istoriata Padovana", divisa tra l’Accademia dei Concordi di Rovigo (Ms. 212) e la British Library di Londra (Add. Ms. 15277), già accostati a Jacopo da Mellini (in Folena, Mellini 1962; 1969). In seguito Boskovits (1988) ne ha indicato l’esemplarità quale testimonianza del linguaggio pittorico diffuso nel Veneto occidentale all’inizio del Quattrocento, nel quale «elementi del realismo altichieresco» si amalgamano «con altri di ispirazione tardogotica» derivati da Gentile da Fabriano e Stefano da Verona, notando rapporti con il linguaggio figurativo di sei tavolette dipinte raffiguranti Storie della Passione di Cristo già avvicinate alla bottega della "Bibbia Istoriata Padovana" da Mellini (1969) e Huter (1974) e ora disperse in varie collezioni (cfr. Zeri, De Marchi 1997, pp. 28-31), mentre la decorazione del "Volumen Statutorum Magnificae Civitatis Paduae" (Padova, Museo Civico, Ms. B.P. 1746), databile tra il 1425 e il 1430 (Mariani Canova 1971; 1985, pp. 380-381) sarebbe un esempio degli esiti cronologicamente più avanzati della medesima bottega. I rapporti con gli Antifonari di Monselice e le opere a questi collegate sono stati ribaditi da De Marchi (2002), che ha proposto l’identificazione del pittore con Antonio di Pietro, nipote di Altichiero la cui attività risulta documentata dal 1402 al 1434 tra Venezia e Padova. Sempre a De Marchi si deve la segnalazione di una altrettanto popolosa "Crocifissione" (passata in una asta tenutasi ad Amsterdam nel 2007) che, visti le misure, il dato stilistico e le proporzioni delle figure, va riconosciuta come la valva destra del dittico di cui faceva parte anche la tavola di Castelvecchio: lo studioso propone una datazione verso il 1410 e l'ipotesi di riconoscimento del committente con il veneziano cardinale Pietro Morosini, giusta la presenza di un ritratto in tondo sul retro di quest'ultima (2010, cat. 68)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715143
  • NUMERO D'INVENTARIO 36373
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ca 1410 - ca 1410

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'