Frammento di cavaliere, con testo da Tito Livio. Frammento di cavaliere, con testo da Tito Livio

dipinto murale 1350 - 1399

Frammento di cavaliere e delle zampe di un cavallo, parzialmente coperte da una gualdrappa

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a affresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
  • LOCALIZZAZIONE Casa di Giulietta
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco, assieme ad un altro lacerto (inv. 17133-1B2908), fu scoperto nell'estate del 1883 "nell'ala del palazzo scaligero che prospetta piazza Indipendenza, in una stanza ora occupata dall'Ufficio di Annona" (Cipolla 1883, p. 842), situata "a pianterreno" (Archivio di Stato di Verona, Prefettura, Commissione Belle Arti, b. 3). Il 23 agosto 1884 il prefetto di Verona si rivolse alla giunta municipale della città "affinché nell'interesse della scienza e dell'arte, voglia provvedere definitivamente alla sorte di quell'affresco facendolo levare dalla parete e trasportare nel Museo" (ibidem). Il provvedimento fu eseguito molti anni dopo, in seguito alle sollecitazioni del soprintendente Barbacci: "il dipinto [...] va d'anno in anno deperendo causa il salnitro e l'umidità che impregnano il grosso muro cui è fissato e che i lavori più volte compiuti non hanno potuto eliminare" (Archivio della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona, pos. 91/231, lettera al Ministro del 15 dicembre 1937). Nell'aprile 1939 il pittore Arturo Raffaldini eseguì il distacco, e subito avvenne il trasferimento al Museo (ibidem, pos. 91/148, 24 maggio 1939). I frammenti costituiscono le testimonianze superstiti di un ciclo medievale di soggetto profano eseguito nel "palazzo grande" di Cansignorio Della Scala (poi detto dei Tribunali). Carlo Cipolla (1883) precisava che le pitture si svolgevano su due registri suddivisi in riquadri. Il frammento in esame, trasportato su tela e diviso in due pezzi, era sovrapposto alla scena di battaglia (inv. 17133-1B2908), da cui lo separava una cornice con un'iscrizione in caratteri gotici, in parte perduta e trascritta da Carlo Cipolla (Archivio di Stato di Verona, Prefettura, Commissione Belle Arti, b. 3). Varie sono le ipotesi di datazione espresse dagli studiosi in merito agli affreschi: tra il 1330 e il 1350 (Quazza 1999), metà del XIV secolo (Tessari 1966; Samadelli 1988), settimo decennio del XIV secolo (Marinelli 1991) e tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo (Cipolla 1883). Verosimilmente il ciclo fu commissionato da Cansignorio (1359-1375) a conclusione della fabbrica del proprio palazzo (1364 circa; Ferrari 2010). Si deve a Ettore Napione l'identificazione del soggetto degli affreschi con le Storie di Lucrezia tratte dal "Ab urbe condita" di Tito Livio (2009, pp. 52-62)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715121
  • NUMERO D'INVENTARIO 17132
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI sotto gli zoccoli del cavallo - Si emiseris [?] vocem. Cum pavido ex sommo mul[---] nullam opem prope mortem in minentem vi(d)it. Tum [---] / ba [---] moras [?] quidem cum mortu [---] iugulatum servum nudum positorum ait. u [---] -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1350 - 1399

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE