Battaglia di cavalieri. Battaglia di cavalieri

dipinto murale 1350 - 1399

Il frammento illustra due episodi. Del primo, a sinistra, sopravvive solo una porta con muratura guelfa occupata da un armigero e parte della coverta gialla di un destriero ornata da un'aquila nera. Una stretta fascia bianca verticale divide questo riquadro della scena con l'affollato scontro di cavalieri ambientato alle porte di una città e nei pressi di una chiesa. Al centro vicino a un cavallo al galoppo e coperto con la gualdrappa da guerra, campeggia un uomo con i guanti, vestito con la maglia, sopra la quale porta una corazza con l'aquila a una testa coronata. Egli è a colloquio con alcuni guerrieri a cavallo, con maglia, corazza, elmo e lancia, i quali si ritraggono verso destra, accanto a una città. Di questa si vedono due torrioni guelfi, con campanile, alcune case, una porta. A sinistra e sullo sfondo stanno altri guerrieri, con lance, da due delle quali pare che pendano due bandiere

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a affresco
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco, assieme ad un altro lacerto (inv. 17132-1B2907), fu scoperto nell'estate del 1883 "nell'ala del palazzo scaligero che prospetta piazza Indipendenza, in una stanza ora occupata dall'Ufficio di Annona" (Cipolla 1883, p. 842), situata "a pianterreno" (Archivio di Stato di Verona, Prefettura, Commissione Belle Arti, b. 3). Il 23 agosto 1884 il prefetto di Verona si rivolse alla giunta municipale della città "affinché nell'interesse della scienza e dell'arte, voglia provvedere definitivamente alla sorte di quell'affresco facendolo levare dalla parete e trasportare nel Museo" (ibidem). Il provvedimento fu eseguito molti anni dopo, in seguito alle sollecitazioni del soprintendente Barbacci: "il dipinto [...] va d'anno in anno deperendo causa il salnitro e l'umidità che impregnano il grosso muro cui è fissato e che i lavori più volte compiuti non hanno potuto eliminare" (Archivio della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona, pos. 91/231, lettera al Ministro del 15 dicembre 1937). Nell'aprile 1939 il pittore Arturo Raffaldini eseguì il distacco, e subito avvenne il trasferimento al Museo (ibidem, pos. 91/148, 24 maggio 1939). I frammenti costituiscono le testimonianze superstiti di un ciclo medievale di soggetto profano eseguito nel "palazzo grande" di Cansignorio Della Scala (poi detto dei Tribunali). Il frammento in esame era collocato sopra un altro con cavaliere (inv. 17132-1B2907), da cui lo separava una cornice con un'iscrizione in caratteri gotici, in parte perduta e trascritta da Carlo Cipolla (Archivio di Stato di Verona, Prefettura, Commissione Belle Arti, b. 3). Varie sono le ipotesi di datazione espresse dagli studiosi in merito agli affreschi: tra il 1330 e il 1350 (Quazza 1999), metà del XIV secolo (Tessari 1966; Samadelli 1988), settimo decennio del XIV secolo (Marinelli 1991) e tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo (Cipolla 1883). Sormani Moretti (1904, p. 156) riconosce nell'affresco la "presa di Gerusalemme dell'Altichieri", ipotesi già esclusa da Cipolla (1883, p. 844). La scheda cartacea del museo riporta che si tratta invece della "Battaglia di Fregnano (?) alla Vittoria", ovvero alla battaglia combattuta presso la chiesa di Santa Maria della Vittoria durante la congiura del 1354 di Fregnano Della Scala. Magagnato (1958) e Samadelli (1988) pensano invece a un episodio tratto da un testo cavalleresco e accostano la scena di battaglia ad alcune miniature che ornano l"Entrée de Spagne" (Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, cod. fr. XXI) e il "Lancelot du Lac" (Parigi, Bibliothèque nationale, ms. fr. 343). Marinelli (1991) suggerisce che "l'affresco doveva rappresentare la commemorazione di un fatto storico preciso della dinastia scaligera ora non più sicuramente identificabile". L'abbigliamento dei cavalieri, le gualdrappe dei cavalli e le aquile nere a una testa si ritrovano molto simili nelle scene di battaglia della Casa delle Guardie nel castello di Sabbionara d'Avio (metà del XIV secolo), mentre gli occhi del cavallo in primo piano rinviano ai destrieri sopra le arche di Cangrande I Della Scala e Mastino II; i cavalieri sono confrontabili al gruppo di armati ritratti nella "Crocifissione" affrescata (post 1353) sulla parete dietro l'altare della chiesa di San Pietro martire a Verona (Ferrari 2010). Verosimilmente il ciclo fu commissionato da Cansignorio (1359-1375) a conclusione della fabbrica del proprio palazzo (1364 circa; Ferrari 2010). Si deve a Ettore Napione l'identificazione del soggetto degli affreschi con le Storie di Lucrezia tratte dal "Ab urbe condita" di Tito Livio (2009, pp. 52-62)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715122
  • NUMERO D'INVENTARIO 17133
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1350 - 1399

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE