animali

formella, ? 1912 - ? 1912

formella moderna animalistica con cornice a dentelli: due volatili affiancano fonte battesimale (l’uccello di sinistra con muso retrospicente è scolpito nell’atto di abbeverarsi)

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA PIETRA
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il rilievo in esame è opera moderna a imitazione di numerose formelle medioevali che si trovano tutt’oggi affisse alle facciate di alcuni edifici veneziani. I soggetti del rilievo sono cari alla religione cristiana: i volatili sono simbolo di due neocatecumeni che si abbeverano a una fonte battesimale (il medesimo tema lo si trova su un pluteo dell’iconostasi della cattedrale di Santa Maria Assunta nell’isola di Torcello) (Biedermann, 2000, pp. 377-380]). Lo studioso Rizzi riferendosi alle falsificazioni scultoree in ambito veneziano afferma che “La produzione dei rilievi pseudobizantini (oltre a patere e formelle anche croci, plutei, fregi e altro) toccò l’apice all’inizio del Novecento in concomitanza colla diffusione dell’architettura neobizantina” (Rizzi, 1987, p. 87). Per quanto concerne le formelle in generale: “Per risalire alle origini del fenomeno artistico decorativo che ha visto la fioritura delle patere, ma anche di altri elementi decorativi come le formelle, bisogna rifarsi alla diffusione delle opere dell’artigianato bizantino: smalti, avori, stoffe, ceramiche, oggetti d’oreficeria e miniature. Tutti questi erano prodotti di fattura spesso raffinata facilmente introdotti e diffusi nel mercato della città di Venezia che, […], aveva un canale privilegiato con Costantinopoli e seppe bene far fruttare i suoi contatti con l’oriente. […] l’arco temporale di produzione delle patere va dalla fine del X sec. alla fine del XIII sec. anche se ve ne sono esemplari prodotti in periodo gotico che ricalcano e imitano i soggetti di quelle di questo periodo definite veneto–bizantine. Le pietre usate per la loro realizzazione sono prevalentemente il marmo greco dal color grigiastro, la pietra d’Istria e la pietra d’aurisina. […] il soggetto più riprodotto è l’aquila che ghermisce un leporide o gli becca il capo. Il significato di questa rappresentazione è abbastanza esplicito: l’aquila è il simbolo della virtù che trionfa sul vizio, in particolare la lussuria, raffigurato dall’altro animale. […] le fonti iconografiche a cui i lapicidi e gli artisti si sono ispirati per la realizzazione di questi rilievi si possono ricondurre essenzialmente a due repertori: quello delle immagini orientali, in particolare le bizantine-costantinopolitane (come ad esempio l’aquila), quello dei fabliaux medioevali (come ad esempio il serpente)” (Sunseri, 1999, pp. 4-5). L’edificio al quale è murata la patera (il fabbricato preesistente probabilmente a causa delle pessime condizioni strutturali fu demolito) pare essere “casa a premio” costruita nel 1912. {(Di fatti nei documenti conservati presso l’Archivio comunale della Celestia si legge: “allo scopo di favorire la costruzione di case sane ed economiche venivano istituiti e successivamente estesi o prorogati dei premi decennali per le nuove fabbriche, sopraelevazioni, o trasformazioni di quelle esistenti che fossero dichiarate abitabili prima del 31 dicembre 1912. […] Il comune di Venezia si obbliga a pagare un premio annuo di 221,30 L. corrispondenti a centesimi 25 per metro cubo del volume costruito, che fu riscontrato essere di metri cubi 885,21 e ciò per 10 anni consecutivi. […] Lo stabile nel suo complesso e nelle sue singole partizioni dovrà avere essenzialmente il carattere di abitazione sana ed economica, restando vietato al proprietario, sotto pena di decadenza del premio, di servirsene in tutto od in parte per abitazione propria o della propria famiglia” (AMV – 1915/0 – X/4/2 busta 1045 potocollo 69364)}. Non è dato sapere con certezza a che epoca risalga la fabbricazione e la successiva applicazione della patera in facciata (in totale ve ne sono nove); si suppone possa essere coeva all’edificazione dell’immobile (seppure non venga menzionata nel libro “Venezia vista dall’acqua” del 1966 ma solo citata nel 1987 da Rizzi nel suo volume “Scultura esterna a Venezia”)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641310
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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