animale mitologico

formella, post 1051 - ante 1099

patera zoomorfa: un grifone ghermisce sottostante cavallo stringendone con gli artigli il collo. Il rilievo è privo di cornice

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA MARMO GRECO
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE la patera in esame, descritta da Alberto Rizzi come: “cavallo in corsa avente sulla groppa grifone che gli stringe il collo con una zampa (modellato piatto); attorno all’equino sono tre alberi stilizzati mentre il grifone ha le ali aperte desinenti a volutine” (Rizzi, p. 171 n. 59, B), è opera della seconda metà del secolo XI e stante a significare la vittoria della Virtù, identificata dal grifone, sul Vizio impersonificato dall’equino. Per quanto concerne le formelle veneziane, opere scultore tutt’oggi visibili su numerose facciate di immobili lagunari: “Per risalire alle origini del fenomeno artistico decorativo che ha visto la fioritura delle patere, ma anche di altri elementi decorativi come le formelle, bisogna rifarsi alla diffusione delle opere dell’artigianato bizantino: smalti, avori, stoffe, ceramiche, oggetti d’oreficeria e miniature. Tutti questi erano prodotti di fattura spesso raffinata facilmente introdotti e diffusi nel mercato della città di Venezia che, […], aveva un canale privilegiato con Costantinopoli e seppe bene far fruttare i suoi contatti con l’oriente. […] l’arco temporale di produzione delle patere va dalla fine del X sec. alla fine del XIII sec. anche se ve ne sono esemplari prodotti in periodo gotico che ricalcano e imitano i soggetti di quelle di questo periodo definite veneto–bizantine. Le pietre usate per la loro realizzazione sono prevalentemente il marmo greco dal color grigiastro, la pietra d’Istria e la pietra d’aurisina. […] il soggetto più riprodotto è l’aquila che ghermisce un leporide o gli becca il capo. Il significato di questa rappresentazione è abbastanza esplicito: l’aquila è il simbolo della virtù che trionfa sul vizio, in particolare la lussuria, raffigurato dall’altro animale. […] le fonti iconografiche a cui i lapicidi e gli artisti si sono ispirati per la realizzazione di questi rilievi si possono ricondurre essenzialmente a due repertori: quello delle immagini orientali, in particolare le bizantine-costantinopolitane (come ad esempio l’aquila), quello dei fabliaux medioevali (come ad esempio il serpente)” (Sunseri, 1999, pp. 4-5). Inerente all’immobile al quale è murato lo stemma così si legge nella scheda n. 05/00063885 allegato 17 cs 274, conservata presso l’Archivio del MIBACT a Palazzo Ducale – VE: “Il palazzetto di origine gotica deve essere stato molto rimaneggiato nell’Ottocento. Sono stati aperti i vani delle vetrine al piano terra, e probabilmente l’edificio è stato esteso sul retro a spese dello scoperto. Inoltre è stata alzata una parte del tetto ed è stato creato l’abbaino. - Palazzetto gotico tripartito, a due piani fuori terra più ampio abbaino timpanato centrale. Il prospetto è caratterizzato da quadrifora centrale con archi trilobati inflessi, separati da colonnine; a sinistra due finestre architravate con poggioli, a destra altre due finestre una della quali ad arco trilobato. In alto cornice gotica su mensola, con motivo decorativo a rombi. Al piano terra le vetrine, con l’ingresso a tre negozi occupano tutta la fronte; nel negozio centrale sono impiegati pilastrini con capitelli decorati a motivi gotici forse di imitazione”
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641231
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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