araldica

rilievo, (?) 1591 - (?) 1560

entro comparto rettangolare, sovrastato da timpano, grande stemma patriarcale e iscrizione

  • OGGETTO rilievo
  • MATERIA E TECNICA pietra d'istria
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
  • INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE il grande rilievo raffigura lo stemma di Lorenzo II Priuli che fu eletto patriarca di Venezia nel 1591 e che morì nel 1600 (si veda, a tal proposito, l’iscrizione latina di titolazione, incisa nella parte superiore della specchiatura del rilievo in esame, che così cita: LAVREX S R L CARD PRIVL PAT. VEN:). Lo scudo segue l’araldica ecclesiastica: di fatti vescovi e patriarchi timbrano i loro scudi con il cappello pretalizio, cordoni e nappe di color verde. I fiocchi, in numero di dodici, sono disposti sei per parte, in tre ordini di 1, 2, 3; di solito un sottostante cartiglio è posto ai piedi dell’emblema (a tal proposito si suppone che ve ne fosse uno anche ai piedi dello scudo succittato poiché sono evidenti i due incavi nella zona inferiore della specchiatura, probabilmente alloggiamenti per i sostegni del motto). La scultura in esame, forse un tempo policroma, è posta al di sopra del portale d’ingresso al chiostro dell’ex Palazzo Patriarcale. L’erudito Tassini nel suo libro “Edifici di Venezia: distrutti o volti ad altro uso” così scrive del Palazzo: “Sorse nel secolo XIII ad uso prima dei vescovi Olivolensi, o Castellani, e poscia dei patriarchi di Venezia. Rifabbricossi nel secolo XVI dal patriarca Antonio Contarini, che vi fece dipingere nella gran sala i ritratti de’ suoi predecessori. Questa sala aveva pure il soffitto dipinto da Palma il Giovane, e nella chiesetta interna v’era una tavola di Girolamo Forabosco. Trasportata la sede patriarcale a S. Marco nel 1807, il palazzo anzidetto consegnossi alle truppe di Marina”. La casata dei Priuli apparteneva alla classe seconda – “case nuove” delle famiglie nobili veneziane (della “classe prima” facevan parte le case vecchie “provenienti dalle famiglie tribunizie, 24 in tutto, 12 delle quali erano dette Apostoliche, perché avevano concorso all’elezione del primo Doge Paoluccio Anafesto nel 697, e 4 Evangeliste, perché avevano fondato, nel 725, il Monastero di S. Giorgio Maggiore. […] Le case nuove erano costituite dalle famiglie che avevano fatto parte del Maggior Consiglio fino dall’ 800. Di queste 16 erano chiamate Ducali perché dal 1414 al 1612 (quando fu eletto Doge Marcantonio Memmo), elessero sempre il Doge nel loro seno, escludendo i membri delle Case Vecchie.” (Custoza, 1979, p. 10). I Priuli appartenevano alle case nuove ducali. Quattro ceti costituivano la cittadinanza veneziana: la nobiltà, il clero, i cittadini originari (burocratici), il popolo. A riguardo della nobiltà con la Serrata, voluta dal Doge Pietro Gradenigo, nel 1296, l’ordinamento del patriziato veneziano venne così organizzato: soltanto le casate che negli ultimi quattro anni presero parte al Maggior Consiglio ebbero ragione di appartenervi (furono più di un centinaio di famiglie). Nel 1379 vennero aggregate altre trenta famiglie che diedero un appoggio considerevole nella guerra contro Chioggia. Successivamente centoventiquattro famiglie (di cui quarantasette nella guerra di Morea, 1687-1717) entrarono a far parte della nobiltà dopo aver pagato centomila ducati alla Repubblica Serenissima. Altre quaranta famiglie provenienti da fuori Venezia, nobili da almeno quattro generazioni e con un utile annuo di diecimila ducati, si aggiunsero nel 1775
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641080
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • ISCRIZIONI al di sopra dello stemma - LAVREX S R L CARD PRIVL PAT. VEN - maiuscolo - a incisione - latino
  • STEMMI a tutto campo - gentilizio - Stemma - Priuli, Lorenzo - scudo troncato, al secondo palato, sovrastato da croce e da cappello pretalizio, con cordoni a sei fiocchi, ordinati 1,2, 3, su ciascun lato
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE