coppia di pavoni, coppa, motivi decorativi a dentelli

formella, post 1926 - ante 1929

rilievo raffigurante una coppia di pavoni affrontati, quello sul lato destro nell'atto di bere dal vaso centrale. Definito da una doppia cornice, a listello piatto e a dentelli doppi nella parte più esterna

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA pietra/ scultura
  • MISURE Diametro: 55 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneziano
  • LOCALIZZAZIONE Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE riproduzione moderna di scultura veneto-bizantina integrata nel contesto di villa Hériot, esempio di architettura eclettica veneziana che vede una commistione di ornati tardo antichi, bizantini, mediorientali, romanici, gotici e rinascimentali. Insieme a numerosi altri rilievi, murati su tutti i prospetti dell'edificio, rispecchia il gusto per il collezionismo di opere antiche, caratteristico della fine del XIX secolo e dei primi decenni del secolo successivo. Questi rilievi sono conosciuti a Venezia con il nome di "patere". Il termine fu usato nella città lagunare prima della seconda metà dell'Ottocento (Dorigo W., 2003), anche se, nell'accezione del termine classico-archeologica, "patera" indica una sorta di scodella priva di bordi usata nell'antichità greca e romana, nelle libagioni alle divinità, ed ha in comune con queste piccole sculture solo la forma tonda. Murati tra il XII e il XIII secolo sia sulle facciate dell'edilizia religiosa veneziana che, in numero maggiore, in quella civile, questi rilievi assumevano un valore apotropaico, ossia di oggetti capaci di prevenire l'ingresso del maligno. Nel 1937, in un saggio, Marzemin osservava che il significato delle figurazioni animalistiche, poi divenute tipiche, assunse uno specifico valore civile e religioso nella concezione della vita di tutto il popolo veneziano. I pavoni nel concetto cristiano assunsero il significato mistico ed eucaristico dell'anelito degli uomini che cercano presso Dio il loro nutrimento spirituale, attingendo al vaso sacro. Alludono, inoltre, alla rinascita spirituale. Dai bestiari medievali emerge, infatti, che questi animali, considerati incorruttibili, simboleggiavano il Cristo nel sepolcro e quindi il rinnovamento della resurrezione. Essi perdono le penne e poi le riacquistano a primavera. Il vaso centrale rappresenta il calice che contiene il pane ed il vino della comunione; l'insieme simboleggia una professione di fede nell'immortalità del Cristo (Urech, 1995)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500641024
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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