soggetti femminili, stemma, elementi decorativi

vera da pozzo, (?) 1400 - (?) 1499

vera esagonale con piccola cornice e alto zoccolo a gola decorata a scanalature; agli spigoli sono modiglioni a volute con dorso scanalato. Sulle facce: 1) stemma accartocciato tra svolazzi con iniziali, 2) personaggio femminile a figura intera; 3) scomparto privo di decorazione (nicchia rettangolare); 4) festone di frutta; 5) scoparto privo di decorazione (nicchia rettangolare); 6) figura femminile

  • OGGETTO vera da pozzo
  • MATERIA E TECNICA pietra d'istria
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE asilo comunale
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE la vera da pozzo rispecchia le caratteristiche stilistiche del XVI secolo. Su una delle specchiature è scolpito a rilievo uno stemma recante nel campo le iniziali S T a inidicare probabilmente la titolazione a Santa Teresa. Su due fronti sono raffigurati due personaggi femminili (uno dei quali regge con una mano una cornucopia e uno un altro elemento non identificato). Due specchiature non possiedono decoro poichè forse rimosso vista le lacune di forma rettangolare presenti oggigiorno. Niero (1972, pp. 262-264) trattando dei santi dei puteali veneziani così scrive: "In via di massima dei pozzi che tuttora rimangono in città esposti al pubblico, si può stabilire l'evidente classificazione in privati e pubblici, intendendo con questo termine quelli nei campi, che dovevano servire alla necessità idrica dell'intera parrocchia. In quasi tutti questi su una lastra o su più sono rappresentati alcuni Santi: di norma c'è il Santo patrono della parrocchia [...]. A volte sono santi collegati alla spiritualità del monastero donde il pozzo dipende [...]. In generale la presenza del motivo religioso adempie una doppia funzione: la giuridica, volta ad indicare il possesso e la cura della Parrocchia, quando c'è il Santo titolare, e la protettiva in devozione idrologica, in quanto l'acqua potabile, particolarmente preziosa in una città lagunare come Venezia deve essere difesa dal mondo soprannaturale, sia perchè il ponte si alimenta senza regole fisse, ma solo con la acqua che scende dal cielo ed è sottratta al calcolo previdenziale umano, collegata invece all'intervento del divino cioè all'evento, sia per la conservazione. Il santo protegge la parrocchia ed uno dei mezzi indispensabili per la vita degli abitanti. [..] Alla pari nella Croce, [...], ravviserei un significato spirituale, ché come da esso e da essa sgorgò l'acqua della salvezza, sia in senso fisico della morte del Cristo, sia in senso mistico nella simbologia biblico-liturgica (acqua della vita ecc.) così un'altra acqua, quella per l'uso quotidiano, deve essere protetta dal mistero della Redenzione". Riguardo ai pozzi veneziani le prime genti, venute a vivere nelle isole lagunari, recuperavano l'acqua dalle falde freatiche superficiali; con il successivo spostamento della sede governativa nell'isola realtina, nel IX secolo, si intensificò il bisogno di reperire acqua potabile. La questione fu risolta con i pozzi, che venivano a ricreare falde freatiche artificiali. Questi erano delle strutture complesse che fungevano sia da filtro, per la depurazione della pioggia, sia da cisterne. La pioggia veniva convogliata all'interno del pozzo grazie a dei tombini detti “gatoi”, filtrata da strati di sabbia e argilla per giungere sino al fondo del pozzo. Da qui veniva estratta con un secchio. Utilizzata inizialmente solo come elemento di protezione, per l'incolumità della gente e per garantire acqua pulita grazie ad un coperchio in legno o metallo, col passare del tempo la vera divenne oggetto di arredo urbano. I pozzi erano costruiti dai “pozzeri”, sottoclasse della “scuola dei mureri” (muratori), attivi dal XIII secolo. Tassini (1969) riguardo al convento delle Terese così scrive: " Maria Ferrazzo ebbe il merito nel 1647 di fondare una chiesa dedicata a S. Teresa con chiostro annesso di religiose Carmelitane, che si dissero le Terese. Il Veneto senato, avendo generosamente sovvenuto lo stabilimento, ne assunse il patronato, per cui la chiesa veniva annualmente visitata dal doge e dalla Signoria. Essa fu rifabbricata sullo scorcio del secolo XVII, dietro disegno d'Andrea Cominelli, ed era abbellita da pitture d'Andrea Schiavone, e d'altri più moderni autori. Il convento si ridusse nel 1811 ad Orfanatrofio d'ambi i sessi, e nel 1818 ad Orfantrofio Femminile soltanto, al cui uso serve la chiesa"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500640583
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • ISCRIZIONI sullo stemma - ST - sconosciuto - maiuscolo -
  • STEMMI su una specchiatura della vera da pozzo - Stemma - scudo accartocciato, alle lettere maiuscole ST
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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