Madonna con Bambino

tabernacolo, (?) 1850 - (?) 1949

tabernacolo ligneo custodente rilievo raffigurante Madonna con Bambino

  • OGGETTO tabernacolo
  • MATERIA E TECNICA GESSO
    LEGNO
  • AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
  • LOCALIZZAZIONE I.U.A.V
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE l'opera, raffigurante la Madonna con Bambino in braccio, è affissa su una facciata del cortile interno dell’ex convento delle Terese. E’ opera in gesso di fattura moderna anche se non è dato sapere con precisione a che epoca risalga. “Il valore simbolico delle rappresentazioni della Vergine ha subito molti cambiamenti legati all’evolversi della considerazione in cui era tenuta. Fino all’età romanica, ella è sentita più come la Theotokós, la Madre di Dio, che come Maria, Madre di Gesù. Dal punto di vista simbolico, è il trono della sapienza divina che si incarna nel Dio Bambino. Questa concezione spiega l’immagine della Vergine in maestà, cioè in posizione frontale, col Bambino sulle ginocchia” (“Dizionario di iconografia romanica” pp. 363-366). Tipico della città lagunare era ed è tutt'oggi il porre edicole votive su alcune facciate di edifici; di fatti pare che l'uso del tabernacolo veneziano sia nato verso la prima metà del XII secolo per funzioni di quiete pubblica notturna per placare i continui atti di criminalità affliggenti la città. Di fatti nel 1128, sotto il dogato di Domenico Michiel, si dispose di porre dei "cesendeli", cioè lanterne alimentate a olio, per illuminare le zone più buie e pericolose: “avendosi nei primi tempi, per rendere più sicura la città dagli assassinamenti che succedevano, posto ad ardere per le strade mal sicure alcuni fanali, detti allora 'cesendeli', perché mandavano un chiarore fioco, non dissimile da quello delle lucciole, 'cicendelae' nominate, la pietà dei parroci poneva innanzi ad essi delle immagini di Santi, affinché al loro cospetto si trattenessero i ribaldi dal commettere azioni malvagie. Ecco l'origine di quegli altarini, o 'capitelli', sì frequenti tuttora in Venezia” (Tassini, 1970). Il denaro per il pagamento del combustibile per le lampade e per il controllo e la tutela dei "cesendeli" erano a carico dei parroci delle diverse contrade. Successivamente, con l'aumentare dei tabernacoli nella città, per ogni sestiere venne scelto un patrizio sia per la sorveglianza notturna sia per la tassazione ai cittadini per il pagamento dell'olio per l'illuminazione. Tassini (1969) riguardo al convento delle Terese così scrive: "Maria Ferrazzo ebbe il merito nel 1647 di fondare una chiesa dedicata a S. Teresa con chiostro annesso di religiose Carmelitane, che si dissero le Terese. Il Veneto senato, avendo generosamente sovvenuto lo stabilimento, ne assunse il patronato, per cui la chiesa veniva annualmente visitata dal doge e dalla Signoria. Essa fu rifabbricata sullo scorcio del secolo XVII, dietro disegno d'Andrea Cominelli, ed era abbellita da pitture d'Andrea Schiavone, e d'altri più moderni autori. Il convento si ridusse nel 1811 ad Orfanatrofio d'ambi i sessi, e nel 1818 ad Orfantrofio Femminile soltanto, al cui uso serve la chiesa"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500640582
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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