simbolo di San Marco: leone
rilievo
(?) 1900 - (?) 1980
leone "in moeca": felino posto in maestà, alato e diademato, tenente nelle branche un libro aperto con la scritta in lettere maiuscole "PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEO"
- OGGETTO rilievo
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MATERIA E TECNICA
pietra d'istria
- AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
- INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE il felino, simbolo della Repubblica di Venezia, è qui rappresentato "in moleca" significante in dialetto veneziano "granchio in fase di muta". Viene così chiamato perché di solito è raffigurato in forma rotondeggiante con le ali che rammentano le chele del crostaceo. Tale leone è di prassi scolpito seduto sulle zampe posteriori, con il muso frontale, il libro quasi sempre aperto, le zampe anteriori una appoggiata al libro e l'altra piegata. Il leone di San Marco "simbolo politico per eccellenza, nonostante la sua origine religiosa, non può essere considerato un semplice stemma, ma molto di più: l'essenza stessa della Repubblica Serenissima e della sua potenza. [...] Fu san Gerolamo nel 398 a riconoscere come simbolo dell'evangelista Marco il leone. [...] L'attribuzione [...] viene accolta per la prima volta nell'iconografia religiosa negli anni 532-547 quando, cioè, viene realizzato il mosaico presente nella chiesa di San Vitale a Ravenna, dove l'evangelista è raffigurato sormontato da un possente leone a figura intera, pur se privo di ali e del famoso libro. L'identificazione di Venezia con San Marco e, quindi, con il leone è, ovviamente, più tarda e risale all'anno 828, quando cioè venne traslato il corpo del santo da Alessandria d'Egitto a Venezia. San Marco diviene da allora il primo protettore della città [...]" (Brusegan, 2007). Più di una leggenda narra dell'evangelista Marco; la più nota forse è quella del "sogno di San Marco": partito da Aquileia in una buia sera di tempesta, Marco si trovò costretto a trovare rifugio presso una delle poche capanne di pescatori che sorgevano su un'isola (Rialto, Malamocco o San Francesco della Vigna). Durante il sonno gli apparve un angelo che così gli parlò: "su questa isoletta, o Marco, un giorno una grande città meravigliosa sorgerà e in questa tu troverai il tuo ultimo riposo e avrai pace. Pax tibi, Marce, evangelista meus". Al mattino raccontò il sogno ai pescatori e ripartì per l' Egitto dove trovò la morte il 25 aprile del 68. Tale leggenda venne tramandata dai pescatori, di padre in figlio, per secoli sino al 829 quando le genti veneziane lo scelsero come patrono. Una seconda leggenda è quella relativa al trasporto di San Marco da Alessandria d'Egitto a Venezia ed una terza leggenda infine è nota come il braccio di San Marco. Come spiega Brusegan, pure il leone di San Marco ha la sua leggenda che chiarisce perché sia provvisto di ali. Marco, studioso di fenomeni naturali, chiese al Signore di fargli vedere come riuscisse a creare fulmini e tuoni. Fu così che durante un temporale salì in cielo riuscendo a capirne il segreto. Ma il Signore, pentitosi di aver rivelato tale mistero, decise di tramutare Marco in un leone, rendendolo così incapace di comunicare con gli uomini, e di rispedirlo sulla terra dopo averlo dotato di due ali
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500640574
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
- DATA DI COMPILAZIONE 2013
- ISCRIZIONI sulle pagine del libro aperto - PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEO - maiuscolo - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0