Madonna del Rosario con Bambino
edicola
(?) 1600 - (?) 1699
tabernacolo lapideo con rilievo raffigurante "Madonna del Rosario con Bambino"
- OGGETTO edicola
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MATERIA E TECNICA
pietra d'istria
- AMBITO CULTURALE Produzione Veneziana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo privato
- INDIRIZZO Santa Croce, 2331-2332-2333/ Calle de la Regina, Venezia (VE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE il tabernacolo è risalente al XIX secolo mentre il rilievo al suo interno è datato dalla critica d'arte al 1600. Quest'ultimo raffigura la Vergine coronata sedente frontalmente con in braccio Putto; entrambi tengono in mano un lungo rosario. "Il valore simbolico delle rappresentazioni della Vergine ha subito molti cambiamenti legati all'evoluzione della considerazione in cui era tenuta. Fino all'età romanica, ella è sentita più come Theotókos, la Madre di Dio, che come Maria, Madre di Gesù. Dal punto di vista simbolico, è il trono della sapienza divina che si incarna nel Dio Bambino. Questa concezione spiega l'immagine della Vergine in maestà, cioè in posizione frontale, col Bambino sulle ginocchia" (Thoumieu M., 1997). Tale edicola è uno dei numerosi "cesendeli" tutt’oggi visibili sulle facciate di edifici nella città lagunare. Pare infatti che il tabernacolo veneziano sia stato creato verso la prima metà del XII secolo per funzioni di quiete pubblica notturna per placare i continui atti di criminalità affliggenti la città. Di fatti nel 1128, sotto il dogato di Domenico Michiel, si dispose di porre dei "cesendeli", cioè lanterne alimentate a olio, per illuminare le zone più buie e pericolose: “avendosi nei primi tempi, per rendere più sicura la città dagli assassinamenti che succedevano, posto ad ardere per le strade mal sicure alcuni fanali, detti allora 'cesendeli', perché mandavano un chiarore fioco, non dissimile da quello delle lucciole, 'cicendelae' nominate, la pietà dei parroci poneva innanzi ad essi delle immagini di Santi, affinché al loro cospetto si trattenessero i ribaldi dal commettere azioni malvagie. Ecco l'origine di quegli altarini, o 'capitelli', sì frequenti tuttora in Venezia” (Tassini, 1970). La raccolta del denaro per il pagamento del combustibile per le lampade e il controllo e la tutela dei "cesendeli" erano a carico dei parroci delle diverse contrade. Successivamente, con l'aumentare dei tabernacoli nella città, per ogni sestiere venne scelto un patrizio sia per la sorveglianza notturna che per la tassazione dei cittadini per il pagamento dell'olio per l'illuminazione
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500640560
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna
- DATA DI COMPILAZIONE 2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0