Figura di soldato che pianta la bandiera

monumento ai caduti a cippo 1922-1923

Il monumento, protetto da una cancellata, poggia su una piattaforma quadrata a scarpa in rosso ammonitico veronese, con dadi inseriti al centro dei lati. È composto da un piedistallo in granito di Mezzane, che nella parte inferiore si struttura a grossi blocchi non quadrati, assumendo l’aspetto di una parete rocciosa, mentre in quella superiore si conforma a un profilo a cippo parallelepipedo, alla cui sommità sta eretto un fante, che innalza con ambo le mani la bandiera sventolante. Nella parte inferiore di ciascun lato del basamento sono inserite lastre di rosso ammonitico veronese con iscrizioni. Quella frontale ha l’epigrafe dedicatoria, quella posteriore i proclami del re dell’inizio della guerra e di Caporetto; nel fianco sinistro c’è il bollettino della vittoria, nel destro la commemorazione della ristrutturazione del monumento nel 1949. Completano l’opera una corona di metallo dei combattenti di San Martino B. A., sulla faccia frontale del cippo, e una torcia a fianco dell’iscrizione dedicatoria

  • OGGETTO monumento ai caduti a cippo
  • MATERIA E TECNICA Bronzo
    GRANITO
    marmo rosso di Verona
  • MISURE Profondità: 4,31 m
    Altezza: 6,4 m
  • ATTRIBUZIONI Zago Egisto (1884/ 1960): scultore
  • LOCALIZZAZIONE piazza Del Popolo
  • INDIRIZZO piazza Del Popolo, San Martino Buon Albergo (VR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fin dal 1921 l’amministrazione, con a capo il sindaco Giulio Barbarani, aveva l’intenzione di onorare i caduti con una lapide in municipio secondo il progetto dello scultore Dondè; questa proposta era ostacolata dal comitato paesano, rappresentato da Stegagno (Ferrari 2008, p. 69), che voleva un monumento di una certa solennità. In una lettera sul Corriere del Mattino del 22 aprile 1921 il sindaco proponeva quindi un referendum tra i cittadini, divisi tra il comitato pro monumento e l’amministrazione comunale che voleva istituire due borse di studio tra gli orfani di guerra, oltre che realizzare la lapide commemorativa (Saluti 2011, pp. 80-81). "L'Arena" dell’11 novembre 1922 ricorda che la domenica seguente era prevista la posa della prima pietra del monumento, donata dal tagliapietra sig. Perini, al cui interno doveva esser posta una pergamena col nome dei Caduti e le date; aggiunge che “le fondazioni in calcestruzzo sono già compiute, tutti si sono prestati spontaneamente all’opera risparmiando una bella somma al comitato”; tra i volontari, figurano l’impresa di muratori, la Società Tetra e Girolamo Marchesini. Il monumento fu infine inaugurato il 30 settembre 1923; nella piazza principale del paese, accanto alla chiesa, era completato dalla statua bronzea di un soldato che piantava la bandiera sulle rocce delle Alpi, opera, secondo le fonti, di Eugenio Prati (“L’Arena”, 28-9-1923, 29-9-1923, 2-10-1923; Trevisan 2005, pp. 47, 82; Ferrari 2008, pp. 69-70; Saluti 2011, p. 81), che peraltro lasciò traccia della sua attività con una firma. Verso la fine dell’ultima guerra mondiale, a seguito delle requisizioni del bronzo, la scultura fu distrutta (Trevisan 2005, pp. 50, 60 manifesta delle incertezze a proposito), come pare certificare in modo incontrovertibile il confronto tra le foto della statua originaria e quella attuale, da cui emergono alcune, pur minime, differenze. Quest’ultima, completata nel 1949, si deve ad Egisto Zago (Trevisan 2005, p. 50), che spesso collaborò con Prati, tanto che Trevisan (2005, p. 50) propone che anche il primo bronzo fosse stato eseguito da entrambi gli artefici; ma ciò pare smentito dalla presenza della sola firma di Prati. Per interessamento dell’Associazione Combattenti e Reduci, che lo donò al Comune, il monumento fu inaugurato il 19 marzo 1949 (Fasanari 1949). In occasione di questo rinnovamento, furono aggiornate alcune delle epigrafi poste sul monumento; in particolare, quella con dedica si presenta modificata rispetto alla formulazione originaria, che pare fosse semplicemente “Ai Caduti”, con le date del conflitto. Foto storiche del monumento, alcune delle quali scattate mentre è ancora in costruzione, altre nel giorno dell’inaugurazione, sono edite in Ferrari 2008, p. 70 e Saluti 2011, p. 81 figg. 95, 96, p. 82 figg. 98, 99; una cartolina si conserva al Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Fasanari 1949 = R[affaele] F[asanari], Il monumento ai Caduti di S. Martino B. A., in «Vita Veronese», II (1949), n. 4, p. 21. Ferrari 2008 = L. Ferrari, San Martino Buon Albergo nel Novecento. Giovanni Battista Stegagno, Angelo Invernizzi, Egidio Peroni, San Martino Buon Albergo 2008. Saluti 2011 = Saluti da San Martino Buon Albergo. Un secolo di immagini del paese, a cura di S. Spiazzi, A. Tonello, San Martino Buon Albergo, 2011. Trevisan 2005 = G. Trevisan, Memorie della Grande Guerra. I monumenti ai Caduti di Verona e provincia, Sommacampagna 2005
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500405717
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona Rovigo e Vicenza
  • DATA DI COMPILAZIONE 2014
  • ISCRIZIONI sul basamento, lato frontale - Ai/ Caduti/ <> - capitale - a caratteri applicati in bronzo - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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