testa d'uomo
rilievo,
1150 - 1199
Secondo Maestro Di San Zeno (e Aiuti)
notizie post 1138
Figure maschili: testa d'uomo
- OGGETTO rilievo
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MATERIA E TECNICA
legno di abete
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MISURE
Altezza: 10
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ATTRIBUZIONI
Secondo Maestro Di San Zeno (e Aiuti)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Abbazia di S. Zeno Maggiore
- INDIRIZZO Piazza S. Zeno, Verona (VR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Punto nodale di riferimento nella comprensione critica dell'arte romanica, la decorazione bronzea del portale di ingresso di S. Zeno costituisce uno dei maggiori esempi della plastica medievale e solleva diverse questioni tuttora non completamente chiarite. Il problema principale, quello della datazione delle formelle e della loro assegnazione a diversi interventi, vede la critica ancora divisa su diversi punti, nonostante il riconoscimento pressochè unanime di alcune caratteristiche. Dopo l'esame dell'Orti Manara (1839), il primo privo di pregiudizi estetici, GAILHABAUD (1858) postula un duplice intervento sul portale considerando un'eventuale diversa sistemazione originaria delle formelle; VON SACKEN (1865) parla di una terza fase di lavorazione individuando un maestro a parte per le storie di San Zeno. Contemporaneamente, si affronta una prima ipotesi di datazione per il primo maestro, a cavallo tra XI e XII secolo. Nel suo fondamentale intervento, BOECKLER (1931) propone di identificare tale maestro con STEFANUS LAGERINUS, sottolineandone i contatti con l'arte tedesca; colloca il secondo maestro , caratterizzato da una componente classicheggiante, verso la fine del sec. XII, e il maestro delle storie di San Zeno tra XII e XIII sec. ARSLAN (1943), pur seguendo la linea critica di BOECKLER, riporta gli artefici entro un ambito e un gusto locali; retrodata inoltre il terzo maestro alla metà del XII sec.; ROMANINI (1964) e GAZZOLA (1965) tornano a distinguere solo due mani, attribuendo al primo maestro le formelle dedicate a S. Zeno. L'apparente disordine della composizione, sia per la successione delle storie raffigurate nelle formelle maggiori che per la sistemazione delle formelle minori, può essere stato causato dalla neccessità di un ripristino in loco, eseguito forse con eccessiva celerità. Il primo artefice rimane il punto principale da sciogliere per la comprensione dell'intera decorazione: è sulla sua struttura, e forse anche sul suo originario programma iconografico che lavoreranno, sia pure a distanza di decenni, gli altri maestri, sempre attenti malgrado le innovazioni e gli apporti stilistici personali, a non turbare eccessivamente la primitiva omogeneità. Nel secondo maestro si avverte anche un più marcato intervento della bottega, ricca di sensibili personalità isolate; all'interno di tale bottega sembra ormai certa la collaborazione del maestro delle storie di San Zeno, anche per l'identità del materiale usato. D'altra parte la bibliografia più recente ha adottato i termini di prima e seconda Officina, che evidenziano l'apporto di vari artefici e maestri prima riuniti in personalità isolate. Negli ultimi anni si sono occupati approfonditamente delle formelle F.Butturini (che le retrodata, sopratutto su basi storico-culturali, al IX/ X sec.), e U. MENDE (che le ascrive a due officine attive entro il 1138); inoltre il problema del portale è stato inserito entro lettura complessiva della facciata (Cfr. KAIN E CALZONA). Fondamentale è stato infine l'intervento di restauro subito dalle porte bronzee nel 1987/ 88. Esso è stato preceduto negli anni settanta dalle analisi mettallografiche condotte da M.Leoni (Politecnico di Milano) e nel 1984/ 85 dalle analisi chimiche, fisiche, microbiologiche, radiografiche ecc. (condotte grazie alla collaborazione dell'Istituto Centrale per il Restauro, dell'Opificio delle Pietre Dure, dell'Istituto di Scienza dei Materiali della Facoltà di Ingegneria dell'Universita' di Roma, dell'Istituto Italiano di Dendreocronologia e dell'Istituto della Ricerca sul Legno di Firenze). Esse hanno consentito nuove, rilevanti scoperte per quanto riguarda i materiali delle sculture e dei supporti lignei originali, nonche' l'individuazione di resti di policromia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500042704-76
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici del Veneto
- DATA DI COMPILAZIONE 1980
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1989
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0