Crocifissione
dipinto,
post 1495 - ante 1500
Montagna Bartolomeo (1450/1526)
1450/1526
Cristo in croce divide simmetricamente lo spazio della scena; in piedi, ai lati San Giovanni evangelista e la Madonna; inginocchiati Santa Maria Maddalena e un monaco
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 375 cm
Larghezza: 230 cm
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ATTRIBUZIONI
Montagna Bartolomeo (1450/1526)
- LOCALIZZAZIONE Teolo (PD)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Viene ricordato come opera di Bartolomeo già dal Michiel (ed. 1884, p. 81) e così dalle fonti seguenti dell'Ottocento. Una prima datazione si ha con Crowe, Cavalcaselle (1912, p. 127) per gli anni dal 1490 al 1500 quando il M. doveva aver studio a Padova. Generalmente accettata, viene meglio precisata dal Puppi (1962, p. 59) al 1495) per motivi formali e stilistici che avvicinano questa Crocifissione con il complesso decorativo di Palazzo vescovile (1505-1506). Questa datazione troverebbe conferma nel fatto architettonico della costruzione del Refettorio, iniziato probabilmente da Tullio Lombardo nel 1490 su commissione dell'abate G. Francesco Buora, da riconoscere forse nel monaco inginocchiato a destra della croce (Muraro, 1960, p. 97). Venne ricoperto di calce nel '600; subì un primo restauro nel '700. Nel 1866,con la soppressione dell'abbazia, fu diviso a pezzi e portato altrove. Ritorna al suo posto nel 1909 per opera di A. Motta; restaurato ultimamente (1956). Aggiornamento 2015: "In Padoana. A Praggia el Christo crucifixo cun le due altre figure a frescho dentro el refettorio furono de mano de Bartolomeo Montagna". Marcantonio Michiel registra per primo l'opera a Praglia dell'artista vicentino che aveva siglato lo spazio del nuovo refettorio lavorando alla "Crocifissione" negli ultimi anni del '400, su commissione dell'abate Giovanni Francesco Buora (1490-95). Importante figura di raccordo tra la cultura veneziana contemporanea e il linguaggio figurativo delle città di terraferma - sin dal suo ritorno a Vicenza dopo l'apprendistato a Venezia - in quest'ultimo decennio del secolo Montagna esibisce una pittura basata sulla conquista delle soluzioni prospettiche lombarde e sulla maestria delle forme monumentali investite da una dimensione più umana. A Praglia viene chiamato alla chiusura del cantiere del chiostro pensile (1495-96), probabilmente dopo aver affrescato la cappella Proti nel duomo di Vicenza (1496), e la sua crocifissione sembra aver ispirato la stessa raffigurazione che Francesco Morone dipinge nella chiesa veronese di S. Bernardino (1498), riprendendo lo stagliarsi della croce alta contro il cielo e i personaggi teatralmente vivi della Madonna e di S. Giovanni, ai lati (Ceschi, Vettore Ferraro, 2013, p. 599)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500015671
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia (con esclusione della citta' di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare) Belluno Padova e Treviso
- DATA DI COMPILAZIONE 1976
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DATA DI AGGIORNAMENTO
1979
2015
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0