Allegoria della Vittoria come donna armata
monumento ai caduti a stele,
Bortolotti, Timo (attribuito)
1884/1954
Il monumento, collocato d'innanzi alla ex caserma "Giovanni Randaccio", ha per basamento due gradini in marmo. Su di essi si sviluppa una stele composta da blocchi marmorei. Sulle 4 facciate vi sono le epigrafi commemorative. Da quella frontale emerge la testa in bronzo di un lupo digrignante (h 21 cm X 20 larghezza x 21 profondità). La stele è sormontata dalla statua bronzea di una donna vestita all'antica, catafratta, cinta da un elmo crestato, che tende al cielo le braccia e che serra nella mani una lampada votiva. La statua è di forte impatto visivo, ed è in proporzioni naturali (h 210 cm circa x 60 di larghezza x 100 di profondità)
- OGGETTO monumento ai caduti a stele
-
MATERIA E TECNICA
bronzo/ fusione
-
ATTRIBUZIONI
Bortolotti, Timo (attribuito): scultore
- LOCALIZZAZIONE Via Lupi di Toscana
- INDIRIZZO Via Lupi di Toscana, Brescia (BS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il monumento fu inaugurato domenica 10 settembre 1933, alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia, nella medesima occasione dell'inaugurazione del monumento-ossario al cimitero Vantiniano (cfr. specifica scheda di catalogo). Non è chiara l'origine di questo monumento. Probabilmente fu voluto e finanziato dall'Associazione Lupi di Toscana, fondata nel 1919 e che raccoglieva i veterani dei reggimenti di fanteria 77° e 78°, o comunque dalle associazioni combattentistiche. Certo è che, in quell'occasione, il colonnello Porta consegnò le chiavi simboliche di questo monumento al podestà di Brescia Fausto Lechi. Oratore ufficiale fu Arturo Marpicati da Ghedi, uomo di cultura e politico, mentre l'opera fu benedetta dal vescovo ausiliare di Brescia, mons. Bonsignori. Il monumento fu collocato dove si trova oggi, davanti alla caserma intitolata a Giovanni Randaccio da Torino (1884-1917), già comandante il II battaglione del 77° reggimento fanteria, figura di audace poi mitizzata da Gabriele d'Annunzio. Brescia aveva allora un legame particolare con il reggimento, dislocato in città dal 1911. Nel primo anno e mezzo di guerra, in quel reparto erano numerosissimi i richiamati della provincia di Brescia (leve 1888-1892), che contribuirono a rendere celebre il reparto in azioni coronate dal successo - fu il nemico a soprannominare quei fanti "lupi" -, ma assai cruente, come la presa del monte Sabotino (battaglia di Gorizia) e l'avanzata ai monti Veliki e Faiti (offensiva d'autunno 1916); azioni nelle quali, come in un rogo ordalico, le rappresentanze bresciane disparvero. Fonti e bibliografia: Il monumento ai "Lupi" di Toscana, "Il Popolo di Brescia", 12-10-1933; La giornata bresciana del Principe di Piemonte, "Brescia. Rassegna mensile illustrata", anno VI (1933), n. 9, pp. 13-16; Guido Agosti, Con i lupi del 77° fanteria, Vannini, Brescia, 1934; Emanuele Cerutti, Bresciani alla Grande guerra. Una storia nazionale, FrancoAngeli, Milano 2017
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303275016
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- DATA DI COMPILAZIONE 2023
- ISCRIZIONI frontale - TEMPRATI GLI ANIMI AI / BRESCIANI ARDIMENTI / CORSERO ALLA MORTE / E ALLA GLORIA I FAN- / TI IMPLACABILI CHE / IL NEMICO ATTERRITO / CHIAMÒ “LUPI” / MCMXV – MCMXVIII // LI ESALTA E RICORDA / CON LUCE D’AMORE / BRESCIA GUERRIERA / X SETTEMBRE MCMXXXIII - a caratteri applicati in bronzo - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0