Stella d'Italia

monumento ai caduti a cappella,

L’imponente costruzione si erge nel piazzale antistante all’ingresso del cimitero di Coccaglio, al termine del viale della Rimembranza. Come impostazione strutturale e architettonica, ricorda alquanto il sacello-ossario eretto sulla vetta di Monte Cimone d’Arsiero (VI), inaugurato anch’esso nel 1929. Il monumento si articola in 2 parti: inferiore e superiore. La parte inferiore (h. circa 4 metri), a pianta quadrata, è costituita da un sacello per la celebrazione del rito religioso, caratterizzato da 4 arcate a tutto sesto sui 4 lati: 2, a destra e a sinistra, sono murate e adattate a lapidario, mentre le altre 2, il fronte ed il retro, sono aperte e vi si accede per mezzo di 2 gradinate di 7 scalini, attraversando una cancellata in ferro battuto. Nel mezzo della cappella vi è un altare in marmo bianco, sorretto da 3 colonne. La parete di destra accoglie il lapidario in pietra grigia su cui sono riportati, incisi e colorati in oro, i 57 morti nella Grande guerra, preceduti dallo stemma del Comune di Coccaglio. Sulla parete di sinistra, invece, sempre su pietra grigia con scritte in oro, vi è il testo del bollettino di guerra del 4 novembre 1918, preceduto dallo scudo sabaudo. Dal soffitto pende un elaborato lampadario in ferro battuto, con vetri rossi e verdi. Il soffitto medesimo è affrescato in modo artistico, con motivi ornamentali il cui stile richiama l’ossario del Passo Pian delle Fugazze (presso il Pasubio) ed il chiostro-ossario di Schio, presso i quali lavorò come decoratore Tito Chini. L’esterno del sacello presenta anch’esso delle decorazioni. Ognuna delle 4 volte porta scolpito un motto in latino, pitturato con vernice rossa, mentre al di sopra di ognuna è collocata una formella rotonda che accoglie una scultura a bassorilievo in bronzo. Sulla facciata vi è la testa di un combattente, cinta da un elmo Adrian; sul retro, una Stella d’Italia raggiata; a sinistra, lo stemma del Comune di Coccaglio; a destra, nel medesimo tondo, gli stemmi dei Comuni di Trieste, Trento, Fiume e lo scudo di Casa Savoia. Il lapidario esterno di destra riporta 17 morti nella Grande guerra non citati nel lapidario intero. Il lapidario di sinistra, invece, ricorda su 6 grandi lastre in pietra grigia i 55 deceduti nel conflitto 1940-1945. Per questi sono forniti dati molto dettagliati: suddivisi per settore operativo e per causa/circostanza di morte, vengono altresì specificati grado, cognome, nome, anno di nascita, data e luogo di morte. Per i morti nella Grande guerra, invece, sono ricordati solo: grado, cognome, nome. La parte superiore del monumento, invece, è ad obelisco a sezione ottagonale. Essa si rastrema sempre più, e verso la cima è cinta da una fascia decorativa in bronzo composta da 12 ogive di granate. La cima dell’obelisco termina in una sfera nella quale è infisso un pennone

  • OGGETTO monumento ai caduti a cappella
  • MATERIA E TECNICA ferro/ battitura
    MARMO BIANCO
    bronzo/ fusione
    PIETRA GRIGIA
    ceppo lombardo
  • ATTRIBUZIONI Albertini, Angelo (attribuito): architetto
  • LOCALIZZAZIONE Viale delle Rimembranze
  • INDIRIZZO Viale delle Rimembranze, Coccaglio (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Su questo manufatto mastodontico, imponente, ieratico, ad oggi si sono rinvenute poche informazioni. A Coccaglio già esisteva una lapide ai morti nella Grande guerra. Sembra, però, che sul finire del 1921 si fosse sviluppata l’idea di un ricordo di maggiore importanza. Nel gennaio del 1922 il comitato pro-monumento, di cui non è nota la composizione, aprì una sottoscrizione. Due mesi dopo erano già state raccolte ben 20.406 lire, fra le quali spiccavano le oblazioni da 5.000 lire cadauna del cav. Agostino Almici, avvocato e sindaco, e di Cesare Guzzi, industriale e commerciante in seta che risulta podestà di Coccaglio nel 1927. Da un disegno riportato su un annuario bresciano del 1927-1928, si apprende che il progetto del monumento fu commissionato all’architetto Angelo Albertini, autore di svariati ricordi ai morti nella Grande guerra nel Bresciano, come i monumenti di Bagnolo Mella e Nuvolera (catalogati in precedenti campagne), Dello e Bassano Bresciano (cfr. specifiche schede), o le lapidi di Dello, San Gervasio Bresciano e Villanuova sul Clisi (questa non più esistente). Nella suggestiva cappella, ed al suo esterno, tutt’oggi compare il riferimento esplicito all’“anno VI” del regime fascista. Pertanto si deduce che i lavori si svolsero, o continuarono, nel 1928. Nel 1929, fu organizzata una lotteria per raccogliere ulteriori fondi. Alfine, risulta che il 4 novembre 1929 il monumento fu benedetto e, quindi, inaugurato. Nel suo discorso, il parroco non poté non accennare “alla memoria del compianto avv. Almici”, evidentemente deceduto nel frattempo, “che fu instancabile e fervente propugnatore perché l’opera fosse portata a compimento”. Nel 1998, l’Amministrazione Comunale e le locali sezioni dell’Associazione Nazionale Combattenti e dell’Associazione Nazionale Mutilati-Invalidi di Guerra intervennero sul manufatto per aggiungervi il lapidario dei morti nel conflitto 1940-1945. Si segnalano, infine, 2 dettagli. In cima all’obelisco si nota una sorta di corona, ma al posto delle spine vi sono le riproduzioni in bronzo delle ogive di granate d’artiglieria. Sono presenti anche in altre opere dell’Albertini, come a Bagnolo e a Bassano, quasi un suo marchio di fabbrica. Sulla parete esterna di destra, dove oggi è murata una lapide supplementare ai caduti nella guerra 1915-1918, sembra di intravedere delle abrasioni. E’ possibile che qui fossero riportate scritte inerenti al decaduto regime. Riferimenti a quest’ultimo, invece, sono sopravvissuti dentro e fuori il sacello, nelle cabalistiche indicazioni “anno VI”, che rendono il manufatto ancor più interessante, quasi una capsula del tempo, poiché esse suggeriscono la complessità della sua storia, legata alla più grande storia di una comunità e di una nazione. Fonti e bibliografia. “Il Cittadino di Brescia”, 1922: 10 gennaio, A Coccaglio. Monumento ai caduti; 11 marzo, A Coccaglio. Pro monumento ai Caduti. “Il Popolo di Brescia”, 1929: 25 ottobre, La lotteria pro monumento ai Caduti di Coccaglio; 6 novembre, Le celebrazioni della Vittoria in Provincia. A Coccaglio. “Brescia. Rassegna Mensile Illustrata”, a. III (1930), n. 1 p. 45 (foto-notizia). “Diario-guida della città e provincia di Brescia”, Apollonio, Brescia 1920, 1922-1923, 1925-1926, 1927-1928
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303274962
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ISCRIZIONI sulle 4 arcate esterne - PATRIAE HEROIS / VOTIVAE PRECES / CIVIUM CULTUS / AETERNA GLORIA // COCCAGLIO / XXIV-V-MCMXV / IV-XI-MCMXVIII / ANNO VI // -
  • STEMMI inciso nella cappella interna; fuso ne bronzo, tondo esterno a sinistra - civile? - Stemma - Stemma del Comune di Coccaglio - 2 - Scudo troncato: nel primo d'azzurro a due boccali e una bottiglia di coccio rosso al naturale, posti sulla troncatura; nel secondo d'argento a due fasce di azzurro
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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