Presso la parete ovest della Terza Stanza di Guastalla, sotto l'intonaco secentesco, si conserva una lunetta affrescata con la rappresentazione di una grandiosa Crocifissione, giunta in uno stato conservativo molto frammentario sia per la grande lacuna che ha cancellato la parte sinistra (un’antica apertura), sia per lo scialbo indiscriminato che ha intaccato con picchettature l’intera superficie pittorica (ora attenuate grazie alle integrazioni dovute ai restauri). Ciò che rimane dell’affresco, con poche superstiti finiture a secco, è opera di alto ingegno: su tutto impressiona la scarna icasticità del corpo livido del Cristo morto, proteso in avanti al centro della composizione e circondato dal volo animato degli angeli che raccolgono il suo sangue. Attorno alla figura del Cristo stanno i due ladroni, anch’essi appesi ad una nodosa croce a forcella; alla sinistra è il buono, bendato e dalla magistrale anatomia, la cui animula è portata dolcemente in cielo da un angelo, alla destra il reprobo scandalosamente posto di spalle, il volto all’indietro, con un demone fosco che gli strappa l’anima. [SI PROSEGUE IN OSS - Osservazioni]