prospetto di chiesa

decorazione pittorica,

Il locale conserva sulle pareti di ponente e di meridione tracce di specchiature incorniciate a finto marmo, probabilmente da ricondurre ad una preparazione pittorica graffita su intonaco, ovvero sia la fase iniziale di una decorazione non portata a completamento (tale supposizione è frutto di un’analisi materiale, non suffragata da fonti bibliografiche). La specchiatura meridionale venne verosimilmente ripresa in epoca successiva con l'esecuzione a graffito di una straordinaria veduta urbana. L'immaginario paesaggio cittadino adatta le cortine murarie e gli edifici ad una prospettiva verticale che ribalta le costruzioni in primo piano, schiacciandole in una sorta di horror vaqui architettonico. La specchiatura di ponente, ben più frammentaria, dovette ricevere il medesimo trattamento: l'elegante prospetto di quello che pare potersi identificare con un edificio di culto (o piuttosto un palazzo nobiliare?), venne tracciato dal medesimo autore, ben dopo l'originaria decorazione a cornice. La facciata mostra un imponente portone timpanato, sormontato da un oculo centrale e inquadrato da due finestre a cuspide

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura
    intonaco/ graffito
  • LOCALIZZAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'impianto decorativo che ornava l'unico originario ambiente, poi tramezzato in epoca asburgica negli attuali 3 locali del Corridoio interno delle carceri e delle prigioni di Montanari-Tazzoli e di Grioli-Orsini, presentava un'unitaria decorazione graffita a fondo nero, prossima formalmente alla cornice a finto marmo che contorna le lunette della Camera dei Nastri. Quest'ultimo ambiente, accessibile unicamente dal Corridoio, venne decorato durante il marchionato di Francesco II. Vista la prossimità tipologica, è ipotizzabile che le specchiature dell'ambiente siano state realizzate in concomitanza con l'ornamentazione della Camera dei Nastri. Soltanto in seguito, le decorazioni monocrome del carcere Montanari-Tazzoli vennero rielaborate e graffite con grandiosi disegni, certamente dovuti ad una medesima personalità, non priva di gusto e di talento. Seppur sia difficile proporre una datazione con i pochi elementi a disposizione, l'analisi stilistica potrebbe circoscriversi al secolo XVII. Ugo Bazzotti nel suo contributo sulle carceri di Belfiore del 1985 attesta piuttosto un'ipotesi cronologica a cavallo tra il Cinque-Seicento, descrivendo il "fantastico paesaggio urbano" come "graffito [...] verosimilmente alla fine del XVI o agli inizi del XVII secolo" (si cita ancora dallo studioso: "possenti mura dal profilo stellare, guardate da cannoni e circondate d'acqua, racchiudono una città in cui si affastellano ricordi di grandi palazzi di sapore veneto, di torri, di case, di chiese"). Piu avanti nel contributo, Bazzotti conferma la proposta di datazione analizzando lo stile della chiesa: "l'elegante ed elaborata facciata tardomanieristica di una chiesa, accompagnata da una scritta frammentaria in cui si può leggere un'invocazione alla Madonna del Rosario". Certamente l'ultimo piano del Castello di San Giorgio venne utilizzato episodicamente, già prima del Seicento, come carcere (restano testimonianze durante il marchionato di Francesco II), anche se risulta difficile verificare con sicurezza se il disegno graffito sia stato realizzato da un detenuto (forse veneto?) dalle spiccate doti manuali. Si ricorda inoltre che il segretario di Carlo II Gonzaga-Nevers, Angelo Tarachia, improgionato in un ambiente non identificato dell'ultimo piano del Castello tra il 1659 ed il 1663, trovò conforto come altri detenuti, nel disegno: tracciò infatti a carbone diversi episodi della Gerusalemme Liberata del Tasso, accompagnandoli dai versi del poeta (pur non trovando riscontro con le decorazioni in oggetto, resta suggestiva l'ipotesi che l'autore sia identificabile col segretario Tarachia). Come tutti gli ambienti decorati del secondo piano, anche le specchiature in esame vennero scialbate durante la trasformazione in carcere politico di massima sicurezza dell'Impero asburgico (tranne la Camera dello Zodiaco, che non subì manomissioni)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267372-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
  • ISCRIZIONI parete occidentale, a destra della finestra, nella cornice graffita - [...] REG/ [I]NA/ [S]AC/ RAT/ ISSI/MI./ ROS/ ARI/ ORA/ PRO [...] -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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