Compianto su Cristo morto. Maddalena, san Giovanni Evangelista, Vergine, pie donne, Nicodemo, Giuseppe d’ Arimatea, donna con un bambino in braccio e Cristo morto
statua,
post 1514 - ca 1530
Fonduti Agostino (attribuito)
notizie 1483-1513
Il gruppo fittile del Compianto è formato da otto statue a grandezza naturale, dotate di piedistallo, disposte a semicerchio intorno al Cristo ligneo
- OGGETTO statua
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
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ATTRIBUZIONI
Fonduti Agostino (attribuito): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Begarelli Francesco
- LOCALIZZAZIONE chiesa di S. Sepolcro
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo scultoreo del Compianto, originariamente nella cripta di S. Sepolcro, si trova ora nella navata laterale sinistra della chiesa superiore. Esso deriva dall’assemblaggio di statue di due diversi autori e provenienze (Quattrini, 2013), come si è potuto constatare dagli studi effettuati sulle statue durante l’ultimo restauro. In precedenza, invece, le terracotte erano considerate di un unico autore: il Carodosso nell’Ottocento e Agostino de Fodulis a partire dal primo decennio del Novecento (Biscaro, 1910). Il Compianto comprende otto statue in terracotta e una in legno. Attualmente si riferiscono ad Agostino o alla sua cerchia la Maddalena, il san Giovanni Evangelista, la Vergine e le pie donne (solo Ellen Longsworth ha avanzato il nome di Francesco Begarelli). Queste proverrebbero dal Compianto su Cristo morto menzionato nello scurolo del Santo Sepolcro dalla visita pastorale del 22 ottobre 1577. Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea e la Donna con il bambino sono invece indicate come opere di uno scultore anonimo di XVI sec. Sarebbero da riferire al Monte Calvario che, secondo la stessa visita del 1577, era allestito nella chiesa superiore, sull’altare maggiore. Entrambi i gruppi statuari potrebbero essere stati commissionati dalla confraternita della Maddalena, istituzione che nel 1514 aveva ottenuto dai canonici prebendari di potersi riunire nella cripta. Quindi le statue sopracitate sarebbero state realizzate dopo questa data, con tutta probabilità nel secondo-terzo decennio del Cinquecento. È possibile che l’attuale Compianto sia stato collocato nel presbiterio della cripta nel periodo della Controriforma, dopo che i gruppi di appartenenza delle statue erano stati smembrati. La statua del Cristo morto è invece un pezzo seicentesco incongruo in legno dipinto, che sostituisce l’originale scomparso. La Maddalena, il san Giovanni Evangelista e la Vergine svenuta fra le pie donne sono statue ascritte al catalogo di Agostino de Fondulis soprattutto per ragioni stilistiche (Quattrini, 2013). Il gruppo di San Sepolcro è stato assimilato, a partire dagli studi di Maria Bandirali, a quello attualmente collocato nella chiesa di San Martino a Palazzo Pignano, presso Crema, identificato con il Compianto commissionato ad Agostino de Fondulis nel 1510. Si riscontrano tra le cinque statue di S. Sepolcro appena nominate e quelle di Crema delle somiglianze nella lavorazione della terracotta, modellata in superficie con un pettine che disegna linee incrociate. Molto simili sono inoltre nei due gruppi le statue di san Giovanni e della Maddalena. I due Compianti hanno infine in comune il modello usato per la Vergine sorretta dalle pie donne: l’incisione di Mantegna del Seppellimento di Cristo “orizzontale”. La stessa impostazione delle figure è presente anche nella prima opera documentata di Agostino, ovvero il Compianto di Santa Maria presso San Satiro a Milano del 1483. Tuttavia quest’ultimo gruppo presenta elementi di cultura padovana, mentre i Compianti di S. Sepolcro e Palazzo Pignano si contraddistinguono per le suggestioni leonardesche che echeggiano i modi di Giovan Angelo Del Maino. Sembra verosimile una datazione al secondo decennio del Cinquecento (Quattrini, 2013). È da segnalare tuttavia la fattura più tarda della testa di una delle pie donne, con cui è stata sostituita l’originale cinquecentesca. Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea e la Donna con il bambino, tradizionalmente attribuite ad Agostino de Fondulis, sono oggi riferite a uno scultore di sensibilità diversa, vicino al classicismo di Bernardo Zenale e di Bernardino Luini e al linguaggio dell’intagliatore Andrea da Corbetta (Quattrini, 2013). Questi riferimenti culturali permettono di datare le terracotte non prima del secondo o del terzo decennio del Cinquecento. All’anonimo scultore la Quattrini riferisce altre due opere: una Testa di San Giovanni Battista delle Civiche raccolte d’Arte Antica del Castello Sforzesco e il Compianto attualmente a San Desiderio a Vinovo, in Piemonte. Le otto statue fittili del Compianto sono state nel corso del tempo abbondantemente rimaneggiate. Ciò ha compromesso le superfici originali, poi ulteriormente danneggiate da infiltrazioni d’ acqua e dall’ alterazione del microclima nella cripta. Il recente intervento di restauro (2008), condotto da Fabio Bevilacqua, ha salvato dal degrado la pellicola pittorica delle terracotte. La scelta operativa adottata è stata quella di conservare le ridipinture seicentesche: un recupero della policromia originale sarebbe infatti stato impossibile per l’esiguità del materiale rimasto e per l’adesione dei pigmenti antichi agli strati successivi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300323769-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Milano
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0