dipinto murale,
1690-1710
La cappella risulta interamente affrescata, all'esterno come all'interno. Il fronte esterno reca figura di angeli nei pennacchi e quadrature decorative nelle lesene laterali. Le pareti laterali e la parete di fondo recano complesse quadrature architettoniche a monocromo, con inserti floreali, targhe figurate e figurine di angioletti; la volta è pre decorata con quadrature e nalaoghi motivi come il sottarco: al centro, in un grande sfondato ovale, è raffigurato Dio padre in gloria
- OGGETTO dipinto murale
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ATTRIBUZIONI
Parravicini Giacomo Detto Gianolo (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Morbegno (SO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi sono citati dal Monti nelle sue note al Niguarda (1892; ed. 1963, p. 39) con l'erronea attribuzione a Pietro Ligari; malgrado E. Bassi li riferisca invece correttamente al Gianolo (1912, p. 53; 1927- 28, p. 68), l'errore è ripetuto in THIEME- BECKER, alla voce Ligari (XXIII, 1929, p. 217); sempre citati in seguito nella letteratura locale, gli affreschi sono invece ignorati dagli studi critici sul Gianolo. Non si hanno testimonianze documentarie ne sulla datazione ne sull'autore delle quadrature. I modi stilistici del Gianolo come frescante non subiscono nel tempo mutamenti sensibili, per cui non è facile stabilire una cronologia precisa per questo suo contributo: ma poichè i riferimenti compositivi più stretti sono istituibili con gli affreschi di Chiuro del 1698 e con opere pittoriche eseguite a Milano intorno agli inizi del secolo successivo, l'ipotesi più probabile è che gli affreschi si collochino più o meno tra queste date, prima del soggiorno milanese. L'ipotesi può essere confermata anche dal fatto che gli affreschi della cappella del transetto destro, pure del Gianolo, che devono esser stati eseguiti in un periodo vicino nel tempo a questi, presentano rapprti con opere ancora precedenti, gli affreschi di Caspano del 1687- 88, e che la cappella conserva due tele del Gianolo datate al 1688: oichè dopo questa data il Gianolo è attivo a Milano, fin dopo il 1695, una data intorno a quella degli affreschi di Chiuro sembra più attendibile. L'intervento dell'artista valtellinese è opera di buon mestiere, senza caratteri di particolare originalità, che svolge un'iconografia consueta e assai diffusa, ispirata chiaramente alla pala dell'altare. Le quadrature, dovute a un ignoto collaboratore del Gianolo, tendono -come nelle altre cappelle laterali- a dilatare illusoriamente lo spazio e a raccordarsi con le strutture reali della cappella (altare; cornici): rispetto però alle soluzioni della cappella di S. Michele, ad esempio, prorpio questo raccordo è assai meno felicemente risolto, e la stesua pittorica appare inoltre più piatta e opaca nel colore.Bibliografia: S. Monti, note agli Atti della Visita Pastorale Diocesana di F. Feliciano Niguarda, Como, 1892 (nuova ed. Sondrio 1963, p. 39); E. Bassi, La Valtellina - Guida illustrata, Sondrio, 1912, p. 53; G. R. Orsini, Storia di Mobegno, Sondrio, 1959, p. 153; R. Rapella, La nostra parrocchia e il nostro bel S. Giovanni- Appunti storici e artistici, in "Le vie del bene", Morbegno, ott. 1965, p. 8; R. Rapella, La pala dell'altare maggiore della chiesa di S. Martino, in "Le vie delbene", Morbegno giugno 1967, p. 3
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300223831
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1977
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0