deposizione di Cristo dalla croce

dipinto, ca 1630 - ca 1630

Personaggi: Madonna; Cristo; Santa Maria Maddalena; Nicodemo; San Giuseppe d'Arimatea; san Giovanni Evangelista. Figure femminili: pie donne. Oggetti: croce; lenzuolo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 310
    Larghezza: 160
  • ATTRIBUZIONI Cavedone Giacomo (1577/ 1660)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Santuario di Santa Maria del Fonte
  • INDIRIZZO Viale Papa Giovanni XXIII, Caravaggio (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è assegnato al Cavedoni dal VILLA (1794, C. 412) e descritto tra quelli conservati nella Chiesa Conventuale di Santo Stefano di Imola. Nel 1819 il MAIRONE DA PONTE (pag.227) lo ricorda tra i dipinti del Santuario. In epoca più recente la tela è stata studiata dal ROLl (1956,pp. 46 e 50) che vi h riscontrato una discendenza dalle opere di Annibale Carracci (il cui quadro a Dulwich (n. 265) dello stesso soggetto presenta un identico schema compositivo. Per lo studioso la Deposizione costituirebbe l'ultima produzione di impegno dell'artista prima del 1630 quando, ad un periodo di straordinaria creatività, durante il quale ad esperienze neotizianesche si sommarono suggestioni caravaggesche (a Venezia prima del 1603 e a Roma nel 1610, quando lavorò con Guido Reni alla cappella Paolina al Quirinale), seguì una fase di allentamento della tensione creativa. Una ben maggiore importanza dà al dipinto A. OTTINO DELLA CHIESA (1969, pagg. 30-31) che nelle "equilibrate partiture lurninistiche e del colore", nello "stupendo" ritratto del discepolo col turbante e di Nicodemo e nelle figure del gruppo accanto al Cristo ritrova il "fare grande" e la maturità dei mezzi espressivi dell'artista. Il dipinto è descritto dal PINETTI (1931, pag 196) nel suo inventario.Le attuali dimensioni della tela non sono quelle originali, infatti fu necessario ridurla per adattarla all'ancona del altare. Ne fu incaricato Giuseppe Diotti che procedette anche ad alcune operazioni di restauro di cui informa gli Amministratori del Santuario in una lettera del 25 settembre 1814 (Arch. della Cancelleria del Santuario). Diotti spiega di aver ridipinto il braccio della Vergine, "dovendo essere ridotto di proporzioni il quadro", di averlo ripulito togliendo il fasciame che lo danneggiava, di aver ristretto la mano della Maddalena, alquanto "scorretta" originariamente, e di aver rimesso il colore in tutti quei luoghi in cui era caduto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300208236
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1977
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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