ostensorio - a raggiera, opera isolata - bottega palermitana (seconda metà sec. XVII)

ostensorio a raggiera, 1650 - 1699

Piede a base circolare ad orlo piatto raccordato da cornice a decori fitomorfi e baccellature al corpo interno su cui spiccano quattro teste cherubiche in rilievo tra volute e fogliami; Il fusto si articola in due nodi principali raccordati da nodini ad anello: dall'inferiore, circondato da quattro teste cherubiche da cui si dipartono grani degradanti, sortiscono due candelabre su cui poggiano due angeli oranti inginocchiati; il nodo superiore, a vaso, con foglie di acanto sul corpo, regge una testa cherubica sulla quale si imposta la mostra. Quest'ultima presenta una raggiera a dardi incisi alternativamente lanceolati e fiammeggianti con crocetta apicale. La teca circolare è circondata da teste di cherubino

  • OGGETTO ostensorio a raggiera
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ sbalzo/ fusione
  • AMBITO CULTURALE Bottega Palermitana
  • LOCALIZZAZIONE Gordona (SO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come attesta l'iscrizione l'ostensorio fu donato alla chiesa d'origine dai fedeli di Gordona emigrati nella città di Palermo. Come suggeriscono i caratteri stilistici e confermano i marchi, quello consolare ancora privo di data e quello di garanzia, molto abraso, raffigurante l'aquila a volo basso e rivolta a sinistra, è databile dalla seconda metà del sec. XVII. I marchi dell'argentiere e consolare non sono identificabili con sicurezza: il primo potrebbe essere riferito sia a Domenico Giangreco, documentato tra il 1646 e il 1650, che a Domenico Guarnuto, attivo al 1663; il secondo, di difficile lettura, potrebbe essere attribuito a Orazio Liparoto documentato operoso in Palermo tra il 1646 e il 1650 (cfr. Ori e argenti di Sicilia a cura di M.C. Natale, Milano 1989, pp. 401-2). Lavoro elegante e di grande finezza esecutiva nella realizzazione accurata e minuziosa dei dettagli e nel trattamento sapientemente variato delle superfici rese con sensibilità pittorica, lostensorio risponde ad una tipologia tipicamente seicentesca, con evidenti rimandi alla tradizione rinascimentale nell'impiego delle candelabre laterali e nel motivo, di ascendenza tardo manieristica, del nodo con cherubini e perline degradanti, che, qui sviluppato con un senso plastico pienamente barocco, deriverebbero, secondo M.C. Natale, da moduli decorativi tipici della bottega di Nibilio Gagini, attiva non solo a Palermo, ma in tutta l'isola (op. cit. pp. 206-7) (cfr. calice proveniente da S. Antonino di Palermo, presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300204674-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1992
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sotto la base - QUESTA CUSTODIA LANO FATO LI SCULALI DI PANORMI - lettere capitali - a incisione -
  • STEMMI sull'orlo della base - garanzia - Marchio - argentiere di Palermo - aquila a volo basso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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