Martirio di San Floriano

dipinto,

dipinto

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Zimengoli Paolo (notizie 1704- 1726)
  • LOCALIZZAZIONE di San Benedetto abate
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dalla chiesa di San Floriano (Negrini, 1981, p. 383; Farina- Golinelli, 1990, p. 40; Piva, 2007, p. 86; Brunelli, 2008 p. 51; Caleffi, 2010, p. 48; Bianchi, 2015, p. 26) che apparteneva al complesso benedettino e che è stata fondata come chiesa battesimale da Bonifacio di Canossa, padre di Matilde ( si veda la scheda in http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN240-00019/). In seguito alla soppressione napoleonica del 1797, mentre la chiesa abbaziale diventa parrocchiale la chiesa di San Floriano va distrutta e di essa rimane solo il campanile romanico (Piva, 2007, p. 86). E' probabile, quindi, che il dipinto pervenga intorno a tale data nella parrocchiale. In seguito, tra il 1981 e il 1990, è inserito nell'altare settecentesco della cappella dedicata a San Michele Arcangelo (per l'altare si propone il riferimento orizzontale 0300185521), infatti nel 1981 Piva (idem, 1981, p. 268) segnala ancora come pala dell'altare della quinta cappella la "Madonna dell'Apocalisse" (che oi verrà spostata nella cappella precedente). Nel 1990 il dipinto in esame è già attestato come pala della quinta cappella da Farina e Golinelli (idem, 1990, p. 40). L'impostazione della scena del martirio in posizione rialzata sul patibolo mostra evidenti richiami alla pittura veronesina e il ricordo del Martirio di Santa Margherita di Carracci, eseguito per la chiesa mantovana di San Maurizio. Il linguaggio è chiaro e didascalico: San Floriano di Lorch è il veterano dell'esercito romano che per ordine del governatore Aquilino (forse da identificare nella figura a destra con il rotolo di pergamena a destra) è prima flagellato e poi gettato nel fiume con una pietra al collo. Zimengoli è ricordato dalle fonti soprattutto come pittore di soggetti sacri realizzati per le chiese veronesi, della bergamasca e del mantovano (Zannandreis, 1891, p. 336, consultabile anche in http://www.forgottenbooks.com/readbook_text/Le_Vite_dei_Pittori_Scultori_e_Architetti_Veronesi_1300019817/373). La sua attività si può collocare tra il 1704, data delle Storie della Passione (comparse sul mercato antiquario nel 1980, pubblicate in http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/) e il 1726, data che compare in una delle tele del presbiterio della basilica di San Benedetto. Anche nel martirio di San Floriano il suo linguaggio esprime affetti contenuti: il santo in attesa del martirio ha già la visione del premio celeste che gli angeli gli porgono, mentre è priva di toni drammatici perfino la gestualità dei carnefici che legano il santo al grande masso del martirio. Il culto di San Floriano, invocato contro le inondazioni e gli incendi, è attestato soprattutto nelle zone agricole vicine ai corsi d'acqua (http://www.santiebeati.it/dettaglio/51775), come San Bendetto Po. Per il complesso del Polirone Zimengoli ha eseguito anche il ciclo che riqualifica l'interno della basilica "alla moderna" con Storie dell'Antico Testamento nella navata centrale (per il quale si propone il riferimento orizzontale 0300185504) e Storie del Nuovo Testamento nel presbiterio (per il quale si propone il riferimento orizzontale 0300185457). E' probabile che anche il dipinto per la chiesa di San Floriano sia stato eseguito nel medesimo periodo del ciclo della chiesa abbaziale, datato nel 1726 e commissionato dall'abate Andrea da Novellara (Negrini, 1981, p. 383; Piva, 1981, p. 48 e p. 263; Piva, 2007, p. 83; Caleffi, 2010, p. 46). La figura del santo richiama l'analoga immagine dell'uomo al centro del Diluvio Universale, per la quale si propone il rifermento orizzontale 0300185510
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185522
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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