altare maggiore, opera isolata - bottega bresciana (sec. XVIII)

altare maggiore,

sopra una pedana, formata da tre gradini decorati sulla battuta da motivi geometrici, è posta la mensa con base liscia e paliotto caratterizzato al centro da cartiglio mistilineo profilato da cornice rilevata. Ai lati due pilastrini, decorati da specchiature entro cornici in rilievo, terminano con volute. Concludono la struttura due ali profilate da volute e un'alzata formata da un unico gradino scandito da specchiature profilate da volute, nel quale si inserisce il tabernacolo architettonico. Sul retro della mensa è inserita la lapide quattrocentesca della consacrazione

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo di Verona/ scultura
    marmo verde delle Alpi
    BRECCIA ROSSA
    marmo botticino/ scultura
    MARMO NERO
    MARMO ROSSO ANTICO
    marmo rosso di Verona
  • AMBITO CULTURALE Bottega Bresciana
  • LOCALIZZAZIONE Pralboino (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare "maggiore in marmo" è menzionato nel "Primo Inventario degli effetti mobili e arredi della Chiesa esistenti nel soppresso convento di Santa Maria degli Angeli di Pralboino" compilato nel 1810. Sul retro della mensa è stata riposizionata la lapide quattrocentesca la cui iscrizione "CONS.E ECCL:AE/ FVIT 24 APRI:S/ 1497/ 17 XBR./ I 757" non solo attesta che la chiesa originaria è stata consacrata il 24 aprile 1497 ed è stata riconsacrata il 17 dicembre 1757 ma permette anche di datare l'altare in esame al 1757. Secondo la studiosa Bruna Viscardi in prossimità della nuova consacrazione la chiesa venne riorientata (si veda il contributo citato in bibliografia specifica). Il rinnovamento della metà del Settecento comprende: il portone in legno datato al 1752, gli arredi marmorei del presbiterio (riferimento orizzontale 00185304) e la decorazione plastica sia interna che esterna. Tale opera di notevole impegno economico potrebbe essere stata sostenuta in parte anche dalla famiglia Gambara, legata alle vicende del complesso francescano fin dalle origini del convento fondato dopo che, nel 1444, i Gambara hanno concesso il terreno ai frati minori. Nel secolo XVIII tra i mecenati di Pralboino si distinguono in particolare Alemanno Gambara ed Eleonora Gambara. Il primo risiede nel castello di Pralboino dal 1751, tranne che nel breve periodo dell'esilio del 1758, ed è committente del rinnovamento del castello e della parrocchiale tra il 1782 e il 1790, mentre la nobildonna Eleonora è benefattrice nei medesimi anni della parrocchiale. L'altare in esame è opera di pregevole fattura che risente delle indicazioni di "ritorno all'ordine" introdotte nell'arte bresciana, a partire dagli anni Quaranta, dal linguaggio misurato di Giorgio Massari: la mensa presenta un antependio rettilineo, la decorazione del paliotto è sobria e limitata al cartiglio mistilineo e al gioco dei colori dei diversi marmi. L'unica concessione al gusto precedente è il permanere dei profili a voluta. Un probabile modello, di forme però più elaborate, è l'altare della Madonna della Provvidenza della chiesa di San Lorenzo a Brescia, realizzato tra il 1756 e il 1761 (pubblicato da R. Massa nel contributo citato in bibliografia di confronto). Pertanto la bottega bresciana che esegue l'altare maggiore di Pralboino appare aggiornata su esempi "cittadini", dal momento che l'iscrizione dipinta sul retro dell'altare in esame permette di datarlo con certezza al 1757. Nella vicina Ostiano, nella Pieve ricostruita da Vespasiano Gonzaga nel 1580, sono presenti sia l'alzata dell'altare maggiore, sia due altari laterali (rispettivamente nella seconda cappella di destra e in quella di sinistra) che richiamano in forme semplificate l'opera in esame (gli altari sono pubblicati da Merlo nel contributo citato in bibliografia di confronto)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185304-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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