San Pietro e san Paolo appaiono a san Domenico
dipinto,
ca 1780 - ca 1790
Anselmi Giorgio (1722/ 1797)
1722/ 1797
Personaggi: San Pietro; san Paolo; san Domenico. Attributi: (San Pietro) chiavi; (san Paolo) spada; (san Domenico) abito domenicano; stella; gigli bianchi; libro; cane con la torcia. Figure: angeli (5). Fenomeni metereologici: nuvole. Architetture
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Anselmi Giorgio (1722/ 1797)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto compare per la prima volta in un inventario del 1803 di opere depositate nel palazzo Ducale di Mantova: "in piedi di braccia 4 in altezza e 4½ in larghezza rappresentante San Domenico, San Pietro, e San Paolo con Angeli del pittore Anselmi" (App. 6, n. 99); nonostante l'altezza non coincidente, la voce inventariale è senz'altro identificabile con la nostra tela, della quale è attestata la provenienza dai "Domenicani". Il dipinto è successivamente menzionato dagli inventari del palazzo Ducale sino al 1846, anno in cui viene scelto assieme ad altri tre (vedi cat. 342, 461 e 499) dal pittore Carlo Bustaffa per ornare l'oratorio del Regio Ginnasio. Lì l'opera rimane sino al 1882, depositata quindi nell'Accademia Virgiliana dove è descritta nel 1895 da Intra (L'OCCASO 2008d, p. 25), impropriamente ritenuta comunale. Viene quindi nuovamente trasferita in palazzo Ducale nel 1915 (cfr. TAMASSIA 1996, p. 60). La committenza dell'opera da parte dei predicatori è palese dall'iconografia stessa del dipinto, che raffigura la visione avuta da san Domenico di Guzman all'interno della basilica romana di San Pietro: un episodio raramente rappresentato (per esempio nell'inv. 19071 della Pinacoteca "G.A. Sanna" di Sassari) e intitolato Sacri Prædicatorum Ordinis origo nella composizione incisa da Ægidius Sadeler e dedicata a Pietro Paolo Crescenzi (Hollstein's Dutch and Flemish 1949-2010, XXII (1980), p. 21 n. 90). Nella nostra tela tuttavia non compare il bordone che san Pietro offre a san Domenico e il libro del Vangelo che Paolo nella stampa gli porge è invece, isolato, per terra. Non vi sono dubbi sulla paternità dell'opera che spetta al veronese Giorgio Anselmi, come attesta già l'inventario del 1803 e come per primo ha suggerito OZZOLA (1949, n. 249; 1953, n. 249), dopo averla ritenuta di ignoto del XVIII secolo (OZZOLA 1946, p. 22 n. 104). La PERINA (1965b, p. 613) accoglie l'attribuzione e data la pala alla fase tarda dell'artista; anche DAL FORNO (1990, p. 127), che avanza anche una datazione al 1780-1782, include la pala nel catalogo del pittore mentre Sanguineti (in Dipinti 2002, pp. 122-125 n. 26), che recentemente si sofferma sulla storia del dipinto, per primo ne recupera la provenienza dalla chiesa di San Domenico. Che la pala abbia ornato la chiesa ricostruita a partire dal 1768 dall'architetto romano Pietro Torelli, è accettato dalla letteratura successiva (PEDRAZZINI 2007, pp. 18-19 e 23) ed è senz'altro da confermare. Nella stessa chiesa, si attribuivano a un allievo dell'Anselmi anche le pitture sulla volta (COTTAFAVI 1921), perdute con la demolizione del 1924-1925 ma documentate da una fotografia (FIASCONARO 1966, p. 10; PEDRAZZINI 2007, fig. 28) che suggerisce di slegare il nome del veronese da quel vasto affresco. Qualche incertezza rimane invece sulla data di esecuzione della nostra pala, che oscilla tra l'inizio degli anni Ottanta (Dal Forno) e il 1790 ca. (Sanguineti): la gamma cromatica scura e la tavolozza opaca inducono effettivamente a porre la tela domenicana tra le cose tarde dell'artista, cioè a ridosso del 1790. La perlacea preziosità cromatica dei dipinti degli anni Settanta è perduta; la tavolozza si è fatta cupa e la composizione stanca: la parabola dell'artista si fa discendente e l'Apparizione di Cristo a santa Francesca di Chantal che si conserva in Santa Maria della Carità, del 1792, mostra lo stanco epilogo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152054
- NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12211
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0