Fregio con ritratto di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers

dipinto, 1701 - 1701
Calabrò Antonio (attribuito)
notizie prima metà sec. XVIII

Uno dei venti pannelli su cui sono stati applicati gli affreschi strappati che costituiscono una decorazione pittorica formata da un fregio arricchito dalla presenza di emblemi gonzagheschi e ritratti. Questi ultimi sono realizzati in medaglioni inseriti in esuberanti volute barocche quasi monocrome, che fungono da cornici. In basso e in alto i fregi architettonici seguono l'intero perimetro della decorazione, che è scandita da mensoloni

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Calabrò Antonio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ B, 1, 7/ Appartamento di Guastalla
  • INDIRIZZO p.zza Sordello, n. 40/ p.zza Paccagnini, n. 3, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli affreschi provengono dalla sala nella Corte Vecchia del Palazzo detta, un tempo e per via di questa decorazione, dei Principi, ma oggi nota come sala del Pisanello. Quest'ultimo nome è in verità attestato sin dal 1471 e si deve alla celeberrima decorazione tardo-gotiica di Antonio Pisano (cat. 28-48). Già nel tardo Cinquecento la sala viene rivestita da nuove pitture (cat. 276-279) e nel 1701, abbassato di circa un metro e mezzo il soffitto (PACCAGNINI 1972c, p. 13), i murali del Pisanello sono ulteriormente coperti da questo ciclo che mostra una sequenza di ritratti dei Gonzaga: da Luigi, capitano del popolo dal 1328, a Ferdinando Carlo, ultimo duca della casata. ANTOLDI nel 1815 (p. 5) scrive che gli affreschi, "coperti di calce nell'anno 1797, ebbero a soffrire non poco, ma nel 1808 furono diligentemente ripuliti, ed in appresso rinfrescati, conservano tuttavia la loro effigie primiera". Il descialbo avviene in realtà già nel 1806, a opera del pittore Giovanni Viviani e può essersi prolungato sino agli inizi del 1807; Viviani, studente dell'Accademia di Belle Arti nel 1805 (AAVMn, Atti della vecchia Accademia, b. 36, fasc. 1805), lavorerà poi con Agostino Comerio. In seguito i murali sono in parte ridipinti: viene cioè nascosto l'apparato decorativo barocco e i ritratti rimangono a vista ma circondati da una nuova ornamentazione neoclassica. Si ritiene che questo intervento sia databile al 1808 (PACCAGNINI 1969b, p. 35); le ridipinture a tempera, di gusto neoclassico, sono eliminate nel corso dello strappo avvenuto nel 1963-1964 e sono oggi documentate solo da fotografie (cfr. LEVI 1925, p. 228). Credo invece che quel lavoro fosse lievemente successivo e che a esso faccia riferimento un pagamento di 270 lire del 7 novembre 1812, ad Agostino Comerio, "per pitture alla Sala dei Duchi intorno alle pareti" (ASMn, Sc, b. 120, fasc. 1812). I ritratti - che costituiscono la più completa galleria di ritratti dei signori di Mantova, per quanto certo non la più antica o la più raffinata - sono realizzati in medaglioni inseriti in esuberanti volute barocche quasi monocrome, che fungono da cornici; in basso e in alto fregi architettonici seguono l'intero perimetro della decorazione, scandita da mensoloni. Ciascun ritratto è accompagnato, in basso, da un cartiglio con un'iscrizione che identifica il Gonzaga e ne ricorda la consorte. Da un punto di vista iconografico fanno eccezione (come notato da BERZAGHI 2003, p. 260) solo la presenza di Carlo di Rethel, premorto al padre e mai divenuto duca, e l'assenza, nel cartiglio relativo a Vincenzo II, del nome della moglie Isabella di Novellara, probabilmente poiché accusata di averlo sedotto con arti magiche. I volti affrescati nei medaglioni sono tratti da modelli disponibili alla corte dei Gonzaga all'epoca di Ferdinando Carlo e non sempre rispondono a un antigrafo noto. In alcuni casi non ne conosciamo il modello, mancando la coincidenza tra i volti affrescati e i ritratti canonici, come quelli di Ambras o di altre serie "dinastiche". Il ritratto ad affresco di Ferdinando Carlo non è confrontabile col dipinto in palazzo d'Arco (inv. 1069) e mal riferito a Frans Geffels, con quello nella sagrestia delle Grazie e neppure con quelli, tutti in collezioni private, illustrati da MALACARNE (2010, pp. 164, 169, 173 e 296), tra cui uno apparentemente nei modi di Giovanni Canti (MALACARNE 2010, p. 334); la più recente indagine sulla ritrattistica dell'ultimo duca di Mantova - con varie segnalazioni, tra cui una proposta per un dipinto di Hyacinthe Rigaud a Versailles (Musée du Château, inv. MV 6386), già ritenuto un Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia - è fatta da BERTELLI (2010)?. A questi aggiungeremo una bella tela (di Jacob Denys?), in collezione privata mantovana, in cui Ferdinando Carlo è di tre quarti e posa con una lancia da torneo. La datazione del ciclo al 1701, messa in luce da PACCAGNINI (1972c, p. 19 nota 16), si ricava dalla scritta presente sul cartiglio di Ferdinando Carlo, committente della decorazione. La più completa trattazione di questi affreschi, generalmente liquidati come nulla più di una cortina colpevole d'averci nascosto per secoli il ciclo pisanelliano, spetta alla PASTORE (1986), la quale nota nella quadratura affinità con il gusto di Francesco Bibiena, attivo a Mantova proprio nel 1701, ma ritiene che i ritratti spettino ad altra mano. Poiché sono documentati in quegli anni, come pittori al servizio di Ferdinando Carlo, il battaglista parmense Giovanni Canti e il pittore Antonio Calabrò, la Pastore ritiene che al secondo possano spettare i ritratti. Purtroppo non conosciamo prove certe di Calabrò (su cui: MERONI 1973, p. 38 nota 3; MERONI 1976, p. 49; PASTORE 1985, p. 124; PASTORE 1986, p. 12); assunto come pittore di corte nel 1694, rimane a Mantova anche dopo la fuga di Ferdinando Carlo e attorno al 1711 dipinge "li miracoli di Santi Crispino e Crispiniano" per l'altare omonimo nella chiesa delle Quarantore CONTINUA IN OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152041-20
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 2077
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • ISCRIZIONI nel cartiglio posto sotto il ritratto - […]US ANNO SAL. 1701 UX. ANNA ISABEL[…] - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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